Mnuchin batte Geithner e diventa "Mr. Debito"

Il ministro Usa del Tesoro venderà T-bond per 83 miliardi di dollari

Mnuchin batte Geithner e diventa "Mr. Debito"

Chiamatelo «Mr. Debt». Lui è Steven Mnuchin, e di mestiere fa il ministro del Tesoro Usa. Insomma, è il braccio finanziario di Donald Trump e l'uomo che sta per rendere l'America un Paese ancor più indebitato. Mnuchin ha infatti annunciato di voler riversare sul mercato, la prossima settimana, bond sovrani per un controvalore pari a qualcosa come 83 miliardi di dollari. Un ammontare mai visto in precedenza. Neppure durante la dark age della Grande recessione innescata dal virus dei mutui subprime. L'allora ministro del Tesoro, Tim Geithner, si fermò a 81 miliardi nel tentativo di dare ossigeno al Paese. Ora, l'emissione monstre è il puntello necessario per sostenere la politica in deficit spending della Casa Bianca. La rivoluzione fiscale trumpiana, basata sull'abbattimento delle aliquote, sta creando un buco di gettito che sarà forse colmato con la maggiore crescita dei prossimi trimestri. Da qui e fino al 2020, il tycoon prevede che la parola Pil sia sempre accompagnata da uno sviluppo superiore al 3%. Sempre che la guerra commerciale fra Usa e Cina, destinata a sottrarre potere d'acquisto agli americani, l'incerto andamento di Wall Street e le ripetute strette sui tassi della Federal Reserve, pubblicamente osteggiate da The Donald, non provochino un rallentamento - se non addirittura una frenata - dell'economia.

Le cifre parlano già di una nazione con 21.600 miliardi di debito federale, vale a dire 177mila dollari sul groppone di ciascun contribuente, e un disavanzo che nel 2020 supererà i 1.000 miliardi; in più, ci sono i quasi 20mila miliardi di debito privato tra credito al consumo, mutui ipotecari, auto comprate a rate, debiti studenteschi, ecc. L'indebitamento pubblico non costituisce, di per sè, un pericolo grave. Nessuno ha finora mai messo in discussione la capacità degli Usa di ripagare i debiti. Pechino, con 1.000 miliardi di dollari di T-bond in pancia, è ancora - e nonostante tutto - il principale creditore di Washington. Qualche economista ha ventilato che il Dragone potrebbe utilizzare la vendita massiccia di bond a stelle e strisce come atto di ritorsione contro le tariffe punitive introdotte da Trump. Mnuchin, qualche giorno fa, non sembrava però spaventato dalla prospettiva: «Se la Cina vendesse i Treasuries? Non è una questione che mi toglierà il sonno. Sarebbe costoso per loro, e inoltre c'è molta domanda per i buoni del Tesoro».

Eppure, proprio Mnuchin si è dovuto inventare nuovi modi per finanziare il debito. Nel 2019 verrà infatti introdotto un nuovo titolo a cinque anni protetto dall'inflazione (Tips); inoltre l'ammontare di Tips emessi l'anno prossimo aumenterà di 20 miliardi, a 30 miliardi.

Aste che il Tesoro dovrà mandare in porto a caro prezzo, stante l'aumento dei rendimenti già in corso e la prevedibile ulteriore ascesa per effetto dei giri di vite al costo del denaro che la Fed darà nei prossimi mesi.

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