Il tribunale di Tokyo ha deciso di estendere il periodo di fermo dell'ex presidente della Nissan-Renault-Mitsubishi Motors, Carlos Ghosn, fino all'11 gennaio, su richiesta del pubblico ministero, in base alle ultime accuse di illeciti finanziari. L'ex tycoon 64enne, che è detenuto nella prigione a nord di Tokyo dallo scorso 19 novembre, è ora alle prese anche con l'imputazione di abuso di fiducia per aver utilizzato fondi appartenenti alla società - pari a 17 milioni di dollari - per coprire perdite personali derivanti da investimenti.
Le precedenti accuse riguardavano omissioni su compensi pari a 44 milioni di dollari in cinque anni fino al 2015. L'incriminazione è stata formalizzata il 10 dicembre, assieme all'ex dirigente della Nissan, Greg Kelly, successivamente rilasciato su cauzione lo scorso martedì. Ghosn, in base a quanto riportato dai media nipponici, esclude ogni addebito durante le interrogazioni condotte senza la presenza degli avvocati, come prevede la legge giapponese. Un fattore che, associato al lungo periodo di detenzione - che virtualmente potrebbe essere prorogato periodicamente in presenza di nuove accuse, ha provocato ampie critiche a livello internazionale, e instabilità all'interno della gerarchia del gruppo, tra i boardroom della Renault e della Nissan.
L'inchiesta dei procuratori si è incentrata sulle relazioni di Ghosn con un uomo d'affari saudita, Khaled Al Juffali, che gestisce parte del business nel Medio
Oriente della stessa Nissan. I pagamenti da parte di Nissan a una società di Juffali hanno sollevato i sospetti dei pubblici ministeri, i quali stanno verificando se i soldi erano destinati a scopi commerciali legittimi.
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