L'"autostrada" per la pensione Come andare via 10 anni prima

I trattamenti pensionistici possono essere anticipati di 10 anni. Ecco tutti i casi e i requisiti necessari

L'"autostrada" per la pensione Come andare via 10 anni prima

Il nodo della pensione è quotidianamente d'attualità: con la legge in vigore, fino al 31 dicembre 2022 potranno richiedere la pensione di vecchiaia ordinaria Inps chi ha un'età minima pari a 67 anni con 20 anni di contributi accumulati.

In alcuni casi, però, si può accedere ad un pre-pensionamento come nel caso degli invalidi e dei lavoratori precoci con alle spalle una carriera continuativa. Queste categorie possono smettere di lavorare 10 anni prima di quanto dica la legge ordinaria.

Pensioni per invalidi

Alle persone con una forte riduzione della capacità lavorativa possono spettare non solo i trattamenti assistenziali erogati dall’Inps ma anche dei trattamenti di previdenza: sono delle vere e proprie pensioni per le quali non è previsto, però, un requisito di età minima. In questo modo, i trattamenti per gli invalidi possono determinare un anticipo di 10 anni del pensionamento.

Gli invalidi (in possesso di invalidità pensionabile o invalidità al lavoro, non è sufficiente la sola invalidità civile) in misura almeno pari all’80% ed iscritti presso l’Assicurazione generale obbligatoria o presso alcuni fondi sostitutivi e lavoratori dipendenti, possono ottenere la pensione di vecchiaia con un anticipo del requisito di età che, per gli uomini, si attesta a 61 anni e per le donne che abbiano compiuto 56 anni.

10 anni prima per i non vedenti

I lavoratori divenuti non vedenti prima dell’inizio del rapporto assicurativo (cecità assoluta o residuo visivo inferiore a 1/10) hanno il diritto di ottenere la pensione di vecchiaia, sino al 31 dicembre 2022, con un minino di 51 anni di età (più 12 mesi di finestra) se si tratta di donne e con un minimo di 56 anni nel caso di uomini. Tutte e due le categorie dovranno aver maturato almeno 10 anni di contributi.

Come riporta Laleggepertutti, ai lavoratori autonomi sono richiesti 5 anni in più d'età e la finestra di attesa è pari a 18 mesi mentre, ai non vedenti che si trovano in condizioni diverse o con meno di 10 anni di contributi, vengono applicati i criteri previsti per la pensione di vecchiaia anticipata per gli invalidi.

In pensione a 47 anni

La "sorpresa", arriva però quando si tratta dei lavoratori del mondo dello spettacolo (iscritti al rispettivo fondo) e per gli sportivi professionisti: nel primo caso si può addirittura sognare la pensione a partire dai 47 anni di età mentre gli sportivi devono "aspettare" di aver conseguito 54 anni gli uomini e 53 le donne.

Precoci ed ordinari, quali differenze?

La pensione anticipata precoci può essere ottenuta 10 anni prima di quella di vecchiaia se l’interessato, a 57 anni, possiede già 41 anni di contributi: questo implica, quindi una carriera lavorativa senza alcuna interruzione a partire dai 16 anni di età. Lo stesso discorso vale per la pensione anticipata ordinaria, considerando però che, essendo il requisito più “pesante” di 10 mesi per le donne (sono richiesti 41 anni e 10 mesi di versamenti, anche tra più casse) e di 1 anno e 10 mesi per gli uomini (42 anni e 10 mesi di contributi), l’interessato, per pensionarsi a 57 anni, dovrebbe avere iniziato a lavorare almeno a 15 anni e 2 mesi se donna ed a 14 anni e 2 mesi se uomo.

Cos'è l'isopensione

Se il lavoratore ha la possibilità di ottenere la pensione anticipata almeno tre anni prima dei 67 anni, quindi per quella cosiddetta di vecchiaia, può uscire dal mondo del lavoro 10 anni prima della maturazione dei requisiti per il trattamento di vecchiaia. Quando avviene questo si parla di isopensione, che consente un anticipo dell’età pensionabile fino a 7 anni per il triennio 2018-2020 (erano invece 4 gli anni previsti prima dell’estensione introdotto dalla Legge di Bilancio per il 2018).

Questa norma è stata introdotta dalla legge Monti-Fornero (nota anche come “esodo dei lavoratori anziani”), ed è il cosiddetto scivolo pensionistico pagato internamente dall’azienda in attesa della maturazione del diritto alla pensione. Un beneficio analogo vale anche per l’assegno straordinario o prestazione di accompagnamento alla pensione, erogato con un massimo di 7 anni di anticipo rispetto alla maturazione del trattamento più vicino, di vecchiaia o anticipato.

Arriva la "Rita"

I lavoratori iscritti ad un fondo di previdenza complementare possono ottenere, con un anticipo fino a10 anni rispetto alla data di pensionamento, una rendita integrativa anticipata, la Rita, Rendita Integrativa Temporanea Anticipata: questo trattamento, liquidato in base ai contributi versati al fondo integrativo, può spettare con un anticipo sino a un decennio rispetto alla data di maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria qualora l’interessato risulti disoccupato da almeno 24 mesi.

Si tratta di una rendita temporanea, liquidata dal momento della cessazione dal servizio, sino alla maturazione del requisito di età per la pensione di vecchiaia: l’interessato, per averne diritto, deve aver aderito alla previdenza complementare da almeno 5 anni e possedere almeno 20 anni di contribuzione obbligatoria.

Ultime ma non ultime le casalighe: coloro che sono iscritte al Fondo casalinghe dell’Inps possono ricevere la pensione anticipata a 57 anni, 10 anni prima rispetto al trattamento di vecchiaia ordinario se l’assegno supera un determinato

importo; diversamente, si ha diritto alla pensione al compimento di 65 anni. Il trattamento pensionistico, comunque, è proporzionato ai contributi versati, in quanto non è una prestazione assistenziale, ma previdenziale.

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