Economia

Pesenti dice sì, l'aumento Rcs si farà

Pesenti dice sì, l'aumento Rcs si farà

L'assemblea decisiva per il via libera alla ricapitalizzazione da 400 milioni (più 100 milioni di titoli di risparmio) di Rcs si apre oggi in un clima meno drammatico di quanto non fosse preventivabile alla vigilia. Ovviamente, bisognerà usare il pallottoliere, ma l'annuncio di Giampiero Pesenti che il 7,4% di Italmobiliare dirà sì all'aumento («La società ne ha bisogno e noi operiamo nel suo interesse», ha detto) contribuisce a portare sopra il 50% il fronte del sì capeggiato da Mediobanca, Fiat e Intesa.
Per arrivare al 66,66%, necessario a far passare la delibera nell'assise straordinaria, manca il sigillo della matematica. Ma a rendere più facile il raggiungimento del quorum potrebbero contribuire sia Lucchini (2%) e Merloni (2%) che Bertazzoni (1,2%) indicati da fonti bancarie come non pregiudizialmente ostili all'aumento indipendentemente dalla volontà di seguirlo. Secondo quanto si apprende, anche i Benetton (4,79%) - finora indicati tra i contrari in quanto non investiranno - sarebbero orientati a non mettere i bastoni fra le ruote o non partecipando oppure non votando la delibera.
La probabilità di successo è elevata ma inferiore al 100% perché il fronte del «sì» dispone attualmente del 60% circa dei voti. L'orientamento di Giuseppe Rotelli e del suo 16,5% (vanta diritti anche sul 3,5% del Banco) continua perciò a essere determinante. L'imprenditore del settore sanità ha continuato a mantenere uno stretto riserbo circa le proprie determinazioni, anche se non è un mistero che sia stato e continui a esser oggetto del corteggiamento sia del patto di sindacato che dell'unico azionista che voterà contro la delibera, cioè Diego Della Valle. Ecco, i motivi di soddisfazione dei componenti dell'accordo parasociale, al momento, sono concentrati sul fatto che l'8,8% di Mister Tod's sia di fatto isolato. Anche se l'intenzione di adire le vie legali contro i presunti conflitti di interesse di azionisti/creditori e contro la ricapitalizzazione stessa, rappresenta un elemento di destabilizzazione. Un'iniziativa che ha attirato sul comitato parti correlate l'attenzione della Consob. Ecco perché l'ipotesi di una nuova governance o di una separazione funzionale delle attività post-aumento potrebbe rasserenare gli animi convincendo Della Valle a non pronunciare l'atteso «no».
Ieri il cda di Rcs ha messo nero su bianco la nuova intesa sottoscritta con le banche finanziatrici. La nuova finanza sarà di 600 milioni con un tasso del 4,7% (spread più elevato di quanto l'ad Pietro Scott Jovane sperasse) e sarà condizionata a una sottoscrizione minima dell'aumento per 380 milioni, mentre i prestiti da restituire scendono a 150 milioni. Da ieri, tuttavia, Rcs è stata ufficialmente inserita nella grey list della Consob. Si tratta dell'albo delle società in condizione di stress finanziario che in occasione delle trimestrali (e non mensilmente come i componenti della black list) devono rendicontare minuziosamente la posizione finanziaria netta e, soprattutto, ricordare i covenant (le condizioni) per il mantenimento in essere delle linee di credito.

Insomma, Scott Jovane d'ora in poi dovrà spiegare al mercato perché Rcs prosegue in continuità aziendale e non ricorre alle procedure concorsuali invocate da Della Valle.

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