Piëch punta ai gioielli Audi e Porsche

A Wolfsburg sale la tensione per la possibile contromossa dell'ex presidente. La chiusura di Winterkorn a Fca

A Wolfsburg, e di riflesso anche a Ingolstadt, rispettivamente i quartieri generali di Volkswagen e Audi, è un'estate di attesa. La tensione è tangibile. Da un momento all'altro, infatti, potrebbe tornare a farsi vivo kaiser Ferdinand Piëch, l'ex presidente del consiglio di sorveglianza le cui accuse all'ad Martin Winterkorn hanno avuto l'effetto di un boomerang. Stato maggiore del gruppo (cugino Wolfgang Porsche in testa), sindacato Ig Metall, mondo politico, con l'azionista Bassa Sassonia e la stessa cancelliera Angela Merkel, hanno fatto da scudo a Winterkorn portando Piëch a dissociarsi del tutto. Ma il «grande vecchio» non è uno che si arrende facilmente. Ed è il suo silenzio di tutte queste settimane che spaventa di più: l'impressione è che uno stuolo di avvocati e consulenti vari stia preparando una clamorosa contromossa, quella, a esempio, di far pesare la sua forza azionaria (le famiglie Piëch e Porsche detengono il 53,1% del potente gruppo tedesco). Ma in quale modo? «Non ci saranno vendette - dice una fonte - Piëch ha tutto l'interesse di non creare problemi o far danni alla “sua” azienda». Ecco allora spuntare l'ipotesi il cui tam tam ha varcato i confini tedeschi, secondo la quale il kaiser potrebbe reclamare i «gioielli» della corona, ovvero i marchi Audi e Porsche (e magari anche l'ex cenerentola Skoda). Nessuno scorporo vero e proprio, però, che frantumerebbe pericolosamente l'impero, ma la volontà di occuparsi direttamente e con uomini di assoluta fiducia del futuro di queste società.

Insomma, da una parte Volkswagen e i suoi veicoli commerciali, con Bentley, Seat, Lamborghini, Bugatti, Ducati e i camion Man e Scania; dall'altra Audi, Porsche e forse Skoda. Un unico gruppo con due divisioni. Si tratta di supposizioni di cui, però, nell'ambiente si parla e tutti sono informati. «Se Piëch, a un certo punto, ha preso le distanze, vuol dire che ha un preciso piano in mente - afferma un osservatore -; di fatto, le accuse che ha mosso evidenziano una reale preoccupazione per il futuro, e non solo per i deludenti risultati ottenuti da Volkswagen negli Usa e in America latina. Piëch guarda avanti, vede lungo». Nell'aria, dunque, ci sarebbe una profonda riorganizzazione del gruppo, sempre se il kaiser riuscirà a vincere la partita e a portare dalla sua qualcuno dei Porsche.

Anche Winterkorn, intanto, si è chiuso a riccio e non si è nemmeno visto al Salone di Shanghai, nonostante la Cina sia centrale nelle strategie del gruppo. Nell'ambiente, inoltre, si parla di un Piëch insoddisfatto delle nuove Audi sulle quali Winterkorn ha messo il sigillo, non è così invece per il lavoro svolto da Matthias Müller in Porsche, anche perché ha accolto alcuni consigli del kaiser .

Intanto, tra i manager, ci si interroga su cosa accadrà in caso di blitz: chi salirà, chi scenderà, chi andrà a casa. «A Piëch - rivela una fonte - non sarebbe andato giù che Winterkorn abbia chiuso le porte a un accordo con Fca. Al kaiser , invece, piacerebbe mettersi in società con la famiglia Agnelli». L'attesa continua.

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