Economia

"Aumentare il prezzo del latte". Cosa succede agli allevamenti

Oggi un litro di latte crudo viene pagato all'allevatore 38 centesimi. Aziende e distributori non sembrano disposti ad accettare aumenti, che ricadrebbero sui consumatori

"Aumentare il prezzo del latte". Cosa succede agli allevamenti

Tre centesimi in più al litro. È l'aumento che il ministro dellle Politiche agricole, il grillino Stefano Patuanelli, ha chiesto alla filiera del latte per supportare i produttori di latte crudo, colpiti in questo momento dai costi lievitati per la produzione.

"Il tema del prezzo di vendita non è elemento che può sfuggire alle politiche del governo. Abbiamo convocato il 30 settembre un tavolo con tutta la filiera, un tavolo che sta dando risultati, un dialogo fitto. Chiediamo alla filiera un gesto di corresponsabilità per aumentare l'aumento del costo al litro alla stalla; riteniamo che ci sia lo spazio, almeno fino alla riduzione dei costi dei mangimi, per l'innalzamento di 3 centesimi del prezzo alla stalla", ha detto Patuanelli durante un question time alla Camera su una interrogazione sulle iniziative a sostegno degli allevatori in relazione al prezzo di vendita del latte crudo.

Oggi un litro di latte viene pagato all'allevatore 38 centesimi. Ma il rincaro dei costi dell'energia e, soprattutto, il sensibile aumento dei prezzi delle materie prime - i cereali sono ai massimi dagli ultimi 10-15 anni - rischiano di mettere in ginocchio non poche stalle. E le aziende che si occupano della trasformazione del latte crudo in prodotti caseari, su cui grava come per tutti il rincaro dell'energia, non sembrano disposte ad accettare aumenti sul prezzo della materia prima. Anche perché, è naturale, tutto ricadrebbe sul prezzo finale e dunque sui consumatori, in una fase di crisi economica come quello che la pandemia ha generato.

Per questo motivo, come ha ricordato Patuanelli a Montecitorio, il ministero delle Politiche Agricole ha aperto un tavolo per coinvolgere tutta la filiera, compresi i rappresentanti della grande distribuzione organizzata, la cui parte del profitto è superiore a quella della parte agricola. Per ora, l'idea che sembra destinata ad avere maggior successo tra le parti convocate è quella di istituire un Organismo interprofessionale che colleghi le componenti della filiera, dalla produzione alla distribuzione, per monitorare l'andamento del mercato.

Ma pochi giorni fa Marco Lavazza, presidente di Unione italiana food, ha ammesso che "le tensioni sui prezzi sono forti", dunque "è plausibile che qualche aumento possa esserci".

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