Quando il controllore è da controllare

Perché aumentano i commissari Consob. Tra poco finirà l'euforia sui Bot. I nuovi lavori di Scaroni

Quando il controllore è da controllare

Fabrizio Viola e Alessandro Profumo hanno rilasciato interviste entusiastiche sull'ottima riuscita dell'aumento di capitale da 5 miliardi realizzato dal Monte dei Paschi di Siena. Non era facile e ci sono riusciti. Entrambi si sono fatti sfuggire un paio di dettagli interessanti. Quando abbassi la guardia e alzi il calice può succedere. Profumo ha fatto capire, senza tanti fronzoli, che il sistema bancario italiano è squilibrato: presta più di quanto incassi dai depositi bancari. Troppi prestiti rispetto alle possibilità delle banche. Non certo un bel segnale per chi auspica una riduzione del credit crunch. D'altronde, ce lo insegna De Soto, prestare ciò che non si ha in deposito è folle.

Viola, invece, si fa sfuggire un altro numeretto interessante, legato al primo. Mps avrebbe restitutito 9 dei 29 miliardi di liquidità fornita dalla Bce poco meno di tre anni fa. Il che vuol dire che ne ha ancora 20 da rimborsare tra la fine di dicembre e i primi di gennaio proprio alla Banca centrale europea. Cosa vuol dire? Semplice Watson.

Tra qualche mese, e precisamente ai primi del 2015, non sarà così facile per il Tesoro italiano piazzare i suoi Bot. Il 26 giugno, il ministro Padoan ha venduto Bot ai minimi di sempre (0,309%). Il motivo non è da ricercarsi tanto nella ritrovata fiducia verso l'economia italiana (che non sta brillando) quanto nella ricerca disperata (da parte delle banche) di un posticino dove parcheggiare la liquidità presa tre anni fa dalla Bce e che, tra pochi mesi, dovrà essere restituita.

Le banche non possono più depositarla presso il salvadanaio di Francoforte, come facevano in passato, poiché esso è bucato: cioè per mollare quattrini sui conti Bce si deve pagare. E non possono comprare attività rischiose o con scadenze superiori al 30 dicembre del 2014 (data di rimborso del prestito Bce). Non restano che i Bot. Il Tesoro e la sua abilissima responsabile Cannata, lo sanno. E per questo vendono tanta carta, a pochi mesi, a prezzo alto e con rendimenti bassi. Bene per le nostre casse pubbliche. Ma attenzione, dal 2015 saranno cavoli amari. Finisce la benzina europea e c'è da scommetterci il mestolo che i rendimenti dei Bot riprenderanno a salire.

É vero che in settembre arriverà, sempre da Mario Draghi, nuova liquidità per le banche. Ma sarà finalizzata ai prestiti verso le imprese. Il presidente della Banca europea ha promesso di vigilare sull'utilizzo di quelle risorse. Le banche non potranno fare le furbette e verranno calcolati i loro impieghi a fine aprile del 2014 e, dunque, prima dell'annuncio del nuovo piano Bce. Se non dimostreranno di usare la nuova liquidità per un salto negli impieghi rispetto ad aprile saranno guai.

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L'ex numero uno dell'Eni, Paolo Scaroni, non perde tempo. Poche settimane fa la banca d'affari Rothschild lo ha scelto per la vicepresidenza. Come sostiene il Financial Times, i banchieri inglesi pensano di mettere a frutto la sua folta rete di contatti nel mondo energetico, ma non solo. Questa zuppa, ovviamente tricolore, è in grado di rivelare che Scaroni si darà da fare anche in Italia. Con un paio di partner ha registrato una nuovo inziativa societaria che dovrebbe sfociare in una boutique fnanziaria, specializzata in M&A in Italia. L'ex ad del Cane a sei zampe si sta infine preparando per tenere un nuovo corso in un'importante università milanese.

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Il decreto di riforma della Pubblica amministrazione, meglio noto come decreto Madia, ha qualche risvolto che riguarda la finanza milanese. Esso prevede l'aumento da tre a cinque dei commissari Consob. Cancellando la riforma Monti che aveva portato le Authority, per motivi di spending review, a soli tre componenti.

Come è del tutto evidente c'è un po' di schizofrenia in un governo che prevede tagli per tutti e va, invece, a rimpolpare le poltrone nelle Autorità di vigilanza. Il decreto prevede un aumento dei costi di 480mila euro. Numero piuttosto grezzo e nato dalla moltiplicazione per due (quanti saranno i nuovi commissari) dello stipendio massimo dei dirigenti della Pubblica amministrazione.

Come se nominare un nuovo commissario si fermi al costo del suo stipendio: trasporti, segretarie, diarie e alberghi dove li mettiamo? Ma la circostanza è sospetta per un altro motivo. Nel decreto non è previsto il passaggio a cinque delle altre Autority.

Perché solo la Consob? Forse per annacquare i poteri del suo presidente? Quel che è certo è che l'ipocrisia di Monti aveva creato un pasticcio organizzativo (la governance a tre è un gran casino), mentre la rottamazione della Madia fa intendere un certo interesse politico nei confronti della sola Consob.

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