Domenica di lavoro in casa Rcs. Per quasi cinque ore a partire da mezzogiorno consiglieri e soci della casa editrice si sono riuniti con il presidente Angelo Provasoli e con l'ad Pietro Scott Jovane che li ha aggiornati sullo stato di avanzamento dei lavori per il nuovo piano industriale che sarà presentato il 19 dicembre.
I contorni, ormai, sono abbastanza definiti, ma le limature saranno importanti. Ecco perché il brainstorming di ieri, che probabilmente non sarà l'unico a svolgersi di domenica, è servito a coinvolgere nel discorso anche coloro che, per motivi di lavoro, non sempre hanno potuto essere sul pezzo come Fulvio Conti (ad di Enel) e Giuseppe Vita (presidente di Unicredit). Assente giustificato invece Carlo Pesenti.
Il primo punto all'attenzione dei partecipanti, contrariamente alla vulgata, è stato la definizione dell'aumento di capitale. La base di partenza è 400 milioni di euro, cifra necessaria a ripianare i 380 milioni di perdite dei primi nove mesi del 2012 e a rendere più «digeribile» un indebitamento finanziario che si è ridotto a quota 875 milioni solo grazie alla cessione della francese Flammarion. È chiaro che i grandi soci (Mediobanca e Fiat in testa) vogliono valutare contenuti e alternative prima di impegnarsi. Ma è altrettanto chiaro che dall'entità dell'aumento dipenderanno una serie di azioni «derivate».
In primo luogo, gli esuberi che dovrebbero essere almeno 500 (100 giornalisti e gli altri 400 tra gli impiegati e la controllata spagnola Unidad Editorial) e, in seconda istanza, la ridefinizione del perimetro aziendale che dovrebbe portare a un forte ridimensionamento dei Periodici con la chiusura di alcune testate settimanali (a rischio sarebbe l'economico Il Mondo). In terzo luogo, la «digitalizzazione» - con il trasferimento di alcuni contenuti su Internet - è funzionale alla disponibilità di risorse da investire. Non escluse invece la dismissione di Unidad e di parte dell'immobile di Via Solferino.
Al momento, i capisaldi della Rcs del futuro sono due: i Quotidiani e i Libri e non è un caso che alla guida della divisioni che comprende Corriere e Gazzetta sia arrivato Alessandro Bompieri, capo dei Libri. La razionalizzazione più forte dovrebbe essere effettuata condividendo i centri stampa (soprattutto al Nord) con La Stampa e anche con Il Sole.
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