«Meglio evitare il condominio sulla rete». Lo spiega il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, a proposito della frammentazione, proposta dall'ad di Wind, Maximo Ibarra, dell'azionariato di Metroweb. Il manager dell'azienda che fa capo ai russi di Vimpelcom si è fatto avanti per entrare in Metroweb attraverso il conferimento della sua società di telefonia fissa, Infostrada. L'idea sarebbe quella di unire le forze tra gli operatori per sostenere gli investimenti per la fibra ottica, a fianco della Cdp. La società della rete in fibra ottica, presente al momento a Milano e in qualche zona di Genova e Bologna, dovrebbe essere il veicolo prescelto per la realizzazione, in Italia, dell'infrastruttura a banda ultralarga. L'ipotesi di aprire Metroweb ai diversi operatori, che potrebbe trovare d'accordo anche Vodafone, non piace però a Telecom. «Frammentare l'azionariato non farebbe che rallentare il percorso di sviluppo», ha spiegato Recchi. L'ex monopolista, per Metroweb, ha già avanzato un'offerta ed è in attesa della risposta del fondo proprietario del 53% delle quote, F2i, mentre l'altro 46% è nelle mani della Cassa depositi e prestiti, Cdp. «Tra Metroweb e Telecom le sinergie sono molte», ha aggiunto Recchi.
Se la proposta di Ibarra sembra sostanzialmente una provocazione, dato che Wind è molto indebitata, Vodafone potrebbe diventare il vero antagonista di Telecom per Metroweb. Dopo che, durante l'estate, non è riuscito ad acquistare Fastweb per la quale gli svizzeri di Swisscom chiedono un prezzo troppo alto (5 miliardi), l'operatore britannico non fa infatti mistero di essere interessato a crescere nelle fibra anche in Italia, come già fatto in Spagna e Germania. Recchi ha anche definito «irrazionale» l'ipotesi lanciata dal vicesegretario generale di Palazzo Chigi, Raffaele Tiscar, di smantellare la rete telefonica in rame nel giro di dieci anni.
Quanto all'ex monopolista, il 18 dicembre è fissato il cda per discutere dei molti temi sul tavolo: oltre a Metroweb, la possibile offerta in Brasile per fondere Tim Brasil con Oi. Ovvio che il piano industriale della società andrà rimodulato se questi obiettivi saranno centrati. Il varo dello stesso piano aggiornato è previsto a febbraio. Non preoccupa, invece, il fatto che Oi, quarto operatore nel mobile, ma presente anche nel fisso, abbia intavolato trattative con Altice per cedere Portugal Telecom: «Vediamo cosa succede, ma in sostanza per noi non cambia niente - ha detto ancora Recchi -.
Su Oi abbiamo sempre detto che è in corso un processo di analisi come deliberato dal board». Intanto, ieri, la controllata Ti Media ha comunicato che per le torri di Persidera, la joint venture di cui detiene il 70% e L'Espresso il 30%, ha ricevuto manifestazioni di interesse da più di un soggetto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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