Renault, via ai richiami per oltre 15mila vetture

A marzo il piano taglia emissioni. Müller strappa la fiducia delle famiglie Piëch e Porsche e resiste al volante di Volkswagen

Pierluigi BonoraÈ sempre il tema emissioni a dominare la cronaca automobilistica. Protagoniste sono Renault, che ha annunciato oltre 15mila richiami, e Volkswagen (piano di 125mila richiami bocciato dalla Corea, mega class action pronta in Germania e faccia a faccia tra l'ad Matthias Müller e il consiglio di sorveglianza dopo la missione flop negli Usa).Cominciamo da Renault, costretta a richiamare più di 15mila vetture (il modello Captur 110) a seguito di «un errore di regolazione» di alcuni motori diesel. Questo difetto, emerso in luglio e corretto a settembre, impediva il giusto funzionamento del sistema che agisce su ossidi di azoto, zolfo e particolato. «Non abbiamo mentito, abbiamo rispettato le norme; Renault non inganna i consumatori», ha sottolineato Thierry Bolloré, direttore delegato per la concorrenza. Il gruppo guidato da Carlos Ghosn intende quindi presentare a fine marzo «un piano tecnico» per migliorare il sistema che riduce le emissioni dei diesel. «Lo proporremo ai nostri clienti, ma non si tratterà di richiami, in quanto le vetture sono conformi», ha indicato Bolloré, smentendo la cifra di 700mila richiami potenziali evocata da alcuni media.Intanto proseguono i guai in casa Volkswagen, su cui pende ora una mega class action preparata da uno studio legale tedesco per tutelare diversi investitori. E mentre anche Seul, dopo la California, ha bocciato il piano richiami dei veicoli con il software modificato, l'ad Müller si lecca le ferite all'indomani della trasferta flop negli Usa in concomitanza con l'Auto Show di Detroit. A suo sfavore giocano la figura rimediata a seguito delle due interviste (la seconda ha smentito la prima: «Non abbiamo mentito...») rilasciate alla stampa, il rifiuto di fornire alle autorità, in nome della privacy tedesca, i documenti richiesti, e il fatto di non aver presentato all'Epa, l'Agenzia per l'ambiente, soluzioni concrete al «dieselgate». Müller, nonostante la fiducia che gli è stata rinnovata dalle famiglie azioniste, Porsche e Piëch, in Germania è oggetto di molte critiche ma la sua posizione, per ora, sarebbe solida. Da parte sua, la Commissione Ue ha esortato il Parlamento europeo ad adottare quanto prima la riforma dei test relativi ai livelli di emissione delle auto, sottolineando che i casi verificatisi confermano l'urgenza di agire.

Oggi, intanto, i sindacati (eccetto la Fiom) incontreranno a Verona i vertici di Volkswagen Group Italia, società importatrice, allo scopo di avere garanzie sulle prospettive produttive e occupazionali degli stabilimenti nel nostro Paese: Italdesign, Ducati e Lamborghini. Sembra scontato l'esito della riunione dopo la recente lettera con la quale Rupert Stadler, capo di Audi Group, sotto la cui giurisdizione sono le tre aziende, ha rinnovato l'impegno per l'Italia.

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