Altro stralcio delle cartelle: cosa sapere sulla nuova rottamazione

La questione relativa alle cartelle esattoriali, 15 milioni delle quali giunte solo negli ultimi quattro mesi, sarà una priorità dell'esecutivo

Altro stralcio delle cartelle: cosa sapere sulla nuova rottamazione

Il governo prosegue lungo la strada della preparazione dei punti che verranno a costituire la nuova legge di Bilancio: tra i passaggi più importanti anche quelli che prevedono la riapertura della rottamazione ter e l'introduzione di una quater.

Il problema degli effetti della pioggia di cartelle esattoriali inviate negli ultimi mesi del 2022 (solo da fine estate fino alla conclusione dell'anno il numero stimato è di circa 15 milioni) è concreto e rilevante, specie con l'attuale crisi economica ed energetica. Si aggiunga inoltre che di queste almeno il 56% sono considerate "cartelle pazze", ossia contenenti errori o contestabili per il fatto che il debito è decaduto o è già stato pagato. All'interno della nota di aggiornamento del Nadef varata ieri l'esecutivo ha fornito alcune indicazioni di principio di ciò che diventerà concreto nella prossima manovra.

Pace fiscale

Sembra oramai appurata la linea della pace fiscale, che dovrebbe prevedere la riapertura della rottamazione ter e l'introduzione di una nuova quater per gli anni fiscali 2018, 2019, 2020 e, nel caso in cui dovesse essere introdotta dopo la scadenza del termine di invio delle dichiarazioni 2022, anche 2021, col versamento di una sanzione massima del 5% sugli importi dovuti escludendo ogni altro onere, ammenda e interesse. Novità in vista anche per quanto concerne la dilazione dei pagamenti, dato che al momento pare più quotata una suddivisione in 5 anni ma resta ancora al vaglio dell'esecutivo il prolungamento fino a 10.

Per quanto concerne gli importi compresi nella nuova operazione di saldo e stralcio, che dovrebbe includere anche i debiti Irpef, Irap, Iva oltre a bollo auto, Tari, e Imu, si sta valutando l'azzeramento delle cartelle inferiori ai 1.000 euro, anche se rimane in piedi l'opzione del tetto massimo di 3.000 euro.

Nuovi fondi

Resta sul tavolo economico il discorso del rimpatrio dei capitali dall'estero, una nuova edizione che potrebbe far leva anche sul denaro contante: per quanto vi sia una certa resistenza, a causa della delicatezza del tema, permane la necessità di trovare dei fondi per finanziare gli interventi nella prossima manovra.

Ecco perché una delle strade più facilmente percorribili pare al momento quella della rimodulazione del Superbonus, pur non essendo stata essa ancora definita nel dettaglio. L'idea al vaglio è quella del taglio dell'aliquota al 90% con l'estensione dei benefici anche alle villette purché si privilegino comunque gli immobili prima casa. "Bisognerà ragionare su come circoscrivere la platea e come circoscrivere a livello temporale la platea", ha dichiarato ieri in occasione del convegno dei giovani imprenditori edili di Ance il sottosegretario al Mef Federico Freni,"perché è ovvio che questo meccanismo non potrà andare avanti all'infinito".

Per ora la relazione che l'esecutivo presenterà alle Camere per poter procedere col tanto atteso dl bollette potrà far conto di poco meno di 10 miliardi ricevuti in dote dal governo Draghi.

L'obiettivo prossimo è certo quello di tutelare il mantenimento delle misure in essere o in scadenza a novembre e di arrivare a fine anno senza scossoni, intervenendo in modo più consistente nel collegato fiscale alla legge di bilancio o nella stessa manovra. Per quanto concerne il collegato, un primo passo relativo ai 3 mesi iniziali del 2023 potrebbe prevedere una definizione chiara di alcuni interventi urgenti come ad esempio quello del bonus sociale.

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