Scattano i sequestri delle Fiamme Gialle a cinque imputati nell'udienza preliminare sul crac della Popolare di Vicenza, compreso l'ex presidente Gianni Zonin.
In tutto parliamo di oltre 1,7 milioni fra disponibilità finanziarie detenute presso intermediari bancari, beni immobili e partecipazioni possedute in imprese. Ovvero 346mila euro a testa all'ex presidente Gianni Zonin, all'ex direttore generale, Samuele Sorato, all'ex consigliere Giuseppe Zigliotto, all'ex vice direttore generale dell'area Finanza, Andrea Piazzetta, e all'ex dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili Massimiliano Pellegrini. «Non conosciamo ancora i dettagli di questo sequestro perchè non ci è stato ancora notificato. Ma non c'è nessun problema, il dottor Zonin non ha fatto altro che pagare debiti in questi anni e non ci saranno certo problemi a depositare una somma se necessario», ha detto Enrico Ambrosetti, avvocato difensore dell'ex presidente della popolare vicentina. «Ovviamente vogliamo ora anche capire di cosa si tratta, ho sentito anche poco fa il dottor Zonin e anche lui ha letto siamo qui. Appena conosceremo gli estremi di questa decisione prenderemo contatto con la Procura e depositeremo la somma richiesta a garanzia».
I sequestri sono stati eseguiti a Vicenza, Milano, Treviso, Padova, Venezia, Roma e Siena. Le somme non potranno essere usate per rimborsare i soci danneggiati perchè andranno in gran parte a coprire le spese relative al procedimento giudiziario affrontate finora. La Procura di Vicenza ha infatti ravvisato «la fondata ragione» che potessero mancare o si disperdessero le garanzie per il pagamento della pena pecuniaria, delle spese di procedimento e di ogni altra somma dovuta all'erario dello Stato in relazione all'inchiesta. Nel decreto firmato dal giudice si fa riferimento al fatto che siano state riscontrate dagli investigatori della Gdf «azioni di trasferimento e dismissione, da parte degli imputati, di proprie disponibilità patrimoniali», rendendo necessari i sequestri.
Il 12 dicembre è iniziata in Tribunale l'udienza preliminare al termine della quale il Gup dovrà decidere se accogliere le richieste di processo o prosciogliere gli imputati. Le prossime udienze sono state fissate per oggi, per il 27 gennaio e per il 3 febbraio.
Zonin ha già ricevuto una multa della Consob da 370mila euro per illeciti nella vendita di azioni alla clientela, negli anni d'oro in cui la Popolare quotava il titolo 62,50 euro. Un valore polverizzato quando il meccanismo delle operazioni «baciate» è venuto alla luce. La banca, dal canto suo, nell'aprile 2017 ha presentato al tribunale di Venezia un atto di citazione in cui chiede all'imprenditore e ad altri 31 ex dirigenti di risarcire 2 miliardi. Oggi l'ex patron della Vicenza risulta quasi «nullatenente»: dal 20 gennaio 2016 aziende e vigne della Zonin 1821 appartengono ai tre figli.
Nove tenute in Italia, per 2mila ettari coltivati a vite, una in Virginia, negli Usa. Tutto intestato agli eredi con un passaggio generazionale che sicuramente era stato già previsto in tempi non sospetti, ma di certo lo ha messo al riparo dalle tempeste giudiziarie.
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