Una volta divorziato nel 2015 da Volkswagen, che ne deteneva il 19,9%, Suzuki ha riacquistato la piena indipendenza. Una libertà che la Casa giapponese intende mantenere, aprendo solo ad accordi industriali e basati su progetti tecnologici, come quello siglato lo scorso anno con Toyota che prevede il lancio nel 2020, in India, di veicoli con alimentazione elettrica. E ieri, a Milano, a corollario del Quattroruote Day, dove ha ricevuto il premio «Gianni Mazzocchi», il ceo di Suzuki, Toshihiro Suzuki, rispondendo a una domanda del Giornale, ha affermato che «la Casa automobilistica giapponese tiene una porta aperta a tutti: non solo a Toyota, ma anche a Fiat Chrysler Automobiles».
Suzuki e il Lingotto hanno già condiviso, in passato, la produzione nella fabbrica dei giapponesi alla porte di Budapest, del veicolo Fiat Sedici e del loro Sx4. E sempre Suzuki acquista da Fca i motori diesel Multijet 1.3 destinati al mercato indiano. L'apertura a Fca da parte del genero dell'anziano presidente Osamu Suzuki, potrebbe dunque riguardare nuovi progetti tecnologici, tenendo anche conto del know how del partner Toyota nell'ambito delle motorizzazioni ibride.
«Con Toyota - ha spiegato il ceo - abbiamo appena iniziato e non siamo ancora nelle condizioni di immaginare investimenti tecnologici; esiste un'alleanza, ma senza la definizione di un perimetro geografico per l'applicazione degli sviluppi nati dalla partnership».
Con a fianco il presidente di Suzuki Italia, Massimo Nalli, il top manager giapponese ha palesato non poche perplessità sulle possibilità di diffusione della tecnologia elettrica nel mercato dell'auto. «C'è chi dice - ha precisato - che tra il 2030 e il 2040 il motore elettrico potrà essere comune, ma è difficile immaginare quando davvero arriverà il momento», sottolineando che «se l'Europa cambiasse metà dei veicoli in strada con mezzi elettrici, servirebbero 18 nuove centrali nucleari per alimentarli». Proprio in un momento in cui, ha ricordato, molti governi stanno cambiando direzione sul nucleare e in Europa «tanti impianti hanno più di 30 anni e, quindi, vanno rinnovati». Mr. Suzuki non ha invece avuto problemi a sostenere che «per il motore diesel si è ormai all'inizio della fine».
Continua, intanto, il rimescolamento delle carte in casa Fca. Dopo aver annunciato l'avvicendamento alla guida di Alfa Romeo e Maserati tra gli americani Reid Bigland e Tim Kuniskis, ci sono novità anche nella divisione comunicazione del gruppo. Maria Conti, attuale responsabile dei rapporti con i media di Alfa Romeo per i mercati Emea (Europa, Africa e Medio Oriente) è stata chiamata a guidare la comunicazione globale di Biscione e Tridente. Conti risponderà direttamente al nuovo capo di Alfa e Maserati, Kuniskis.
Una nuova e importante indicazione di come, in futuro, i due marchi premium di Fca viaggeranno sempre più in simbiosi.In Borsa, il titolo Fca, nonostante la promozione ricevuta da S&P (rating innalzato da BB a BB+ e outlook positivo), ieri ha segnato nuovamente il passo: -2,5% a 17,66 euro.
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