Economia

Telecom ci ripensa: fa retromarcia sul bond e ora rischia la multa

Telecom ci ripensa: il bond convertendo da 1,3 miliardi è un'«operazione tra parti correlate di maggiore rilevanza», dando così ragione alla Consob che seguiva quella pista, insieme all'ipotesi di un controllo di abuso di informazioni privilegiate e di controllo di fatto. Una decisione che potrebbe però non bastare a mettere la società al riparo da una sanzione, non solo per la forma, ma per non aver consentito agli amministratori indipendenti di svolgere il loro ruolo. La procedura sanzionatoria non risulta ancora avviata e il percorso potrebbe durare mesi. È stato solo durante la sottoscrizione del prestito, giustifica il Comitato controllo e rischi, che l'operazione ha assunto i connotati di «operazione rilevante». Per questo al cda di giovedì scorso è stato chiesto di votare nuovamente (la prima delibera era del 7 novembre).
L'operazione, ritenuta comunque congrua, è stata approvata con il voto favorevole della maggioranza dei consiglieri indipendenti, sempre contrari Lucia Calvosa e Luigi Zingales. Oltre a Telefonica e Blackrock, ha ricevuto un trattamento prioritario anche l'hedge fund Och-Ziff, che ha investito attraverso la sua filiale londinese 40 milioni di euro (pari al 3,08% dell'offerta).
Intanto si avvicina il giorno del giudizio per il cda di Telecom Italia. L'assemblea del 20 dicembre ha all'ordine del giorno, la revoca dello stesso come chiesto da Marco Fossati, socio con il 5% del capitale. Certo la revoca dell'attuale cda è «quasi impossibile» come dice Asati, l'associazione dei piccoli azionisti, che voterà con Fossati. Ma quale sarà la rappresentanza del capitale in assemblea? Difficile stabilirlo a priori ma, solitamente, si presenta o direttamente o per delega, circa il 50% del capitale. Di questi, si sa, che il 22,4% (ossia Telco) voterà contro la revoca mentre, a favore, ci saranno, Fossati (5%) e Asati (1%). Secondo Asati un'altra quota, pari a circa l'8-10%, sarà a favore della revoca. Questi voti verranno dai fondi. Infatti dopo Iss, anche l'altro autorevole «proxy», Glass Lewis, ha consigliato, ai fondi, di votare per la revoca del cda appoggiando Findim. Secondo Glass Lewis, da un rinnovo del cda ne beneficerebbero gli azionisti che otterrebbero maggiore trasparenza e meno conflittualità sulla strategia in corso. Certo i nodi non mancano.

A partire dalle intenzioni di Telefonica dopo che l'Antitrust del Brasile ha fatto sapere di non poter consentire l'aumento della partecipazione in Telco.

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