Maddalena CameraNiente conversione per i titoli di risparmio di Telecom Italia. Vivendi, come da copione, ieri nel corso della lunghissima assemblea Telecom si è astenuta dalla votazione. E dunque il 34,6% dei voti favorevoli espressi dai fondi, visto che in assemblea era rappresentato il 55,6% del capitale della società, non sono bastati per far passare l'operazione che richiedeva i due terzi dei presenti, quindi almeno il 37 per cento. Il risultato è che il cda di Telecom, zeppo di indipendenti e guidato dal presidente Giuseppe Recchi , che tanto aveva voluto la conversione, si porta a casa una sconfitta. Sottolineata anche dagli interventi di alcuni azionisti. Mentre Vivendi(con il suo 20%) ha trionfato su tutta la linea, visto che è riuscita a piazzare i suoi 4 componenti in consiglio portando il totale a 17 senza neppure doversi diluire per la conversione delle risparmio. Che peraltro, se non fosse stata proposta dal cda, non avrebbe nemmeno generato l'assemblea sulla cui integrazione dell'ordine del giorno i francesi hanno costruito il loro ingresso nel board. Insomma un piano diabolico, orchestrato nonostante la contrarietà espressa dai proxy advisor e dai fondi internazionali. Ma non tutti i fondi si sono allineati. Quelli più rampanti e speculativi hanno infatti consentito alla media company francese di sommare al suo 20,5% un altro 9%, facendo passare la sua delibera con la maggioranza dei voti. Il risultato è che da ieri Arnaud de Puyfontaine, Stephane Roussel, Hervè Philippe e Felicité Herzog, siedono nel consiglio della società telefonica con una retribuzione pari a 150mila euro l'anno (per uno) e oggi parteciperanno a Milano al loro primo board, già convocato da tempo. L'unico scoglio potrebbe essere la questione del «vincolo di non concorrenza». In pratica, l'assemblea ha bocciato la richiesta di Vivendi di svincolare da questa clausola i suoi consiglieri. Del resto si sa che uno dei motivi della bocciatura dei proxy era proprio l'interrogativo posto in tema di concorrenza. Che per qualcuno si limiterebbe al fatto che Vivendi ha una piattaforma online dove pubblicare contenuti video, Daily Motion mentre Telecom ha Tim Vision. Un po' riduttivo perchè Vivendi è un super produttore di contenuti. «È una questione legale» minimizza Recchi, che però non può nascondere l'amarezza per la mancata conversione delle risparmio bloccata da Vivendi. «La societa francese ha rilevato Sergio Carbonara di Frontis, uno dei proxy che avevano bocciato l'ingresso dei francesi in cda ha dimostrato di avere scarso interesse nei confronti del mercato e per perseguire la sua strategia ha bocciato la conversione». ma ieri Telecom ha vissuto comunque una giornata d'euforia in Borsa con il titolo salito del 5,6% a 1,14 euro. Bene anche le risparmio, che dopo il tonfo dell'altro ieri sono rimbalzate del 3,8% a 0,91 euro.
Secondo Recchi la questione è soltanto rimandata anche se, a questo punto, non si sa cosa accadrà nel futuro della società destinata ad essere sempre più influenzata dai soci francesi. Dal canto suo l'ad di Vivendi ha fatto di tutto per tranquillizzare gli azionisti sottolineando l'impegno a lungo termine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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