Economia

Tetto allo stipendio dei manager pubblici Ma Moretti si salva

Un decreto del Mef fissa il compenso massimo a 294mila euro Vale per Rai, Anas e altre minori. Il piccolo giallo delle Fs

Tetto allo stipendio dei manager pubblici Ma Moretti si salva

Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie, non dovrà adeguarsi al tetto di 294mila euro, previsto per i compensi degli amministratori con deleghe di Anas e Rai. Si è così risolto un piccolo giallo sullo schema di decreto del ministero dell'Economia, trasmesso ieri al Parlamento, che deve «sforbiciare» gli stipendi dei manager delle controllate del Tesoro, allineandoli, solo per le società più importanti, al livello del primo presidente della Cassazione (poco meno di 300mila euro).
In questa fascia di società, secondo una simulazione allegata al testo del provvedimento e riportata dall'Ansa, sarebbero rientrate Anas, Rai e Fs. Quest'ultima, però, è stata esclusa, perché nella norma, prevista dal decreto Salva Italia, non rientrano i manager di società a controllo pubblico diretto o indiretto quotate e non quotate che «emettono esclusivamente strumenti finanziari, diversi dalle azioni, quotati nei mercati regolamentati», quindi Eni, Enel, Finmeccanica, Cdp, Poste Italiane e appunto Ferrovie. Come conferma il portavoce del ministero, interpellato dal Giornale, che ricorda, comunque, che esiste un impegno anche per la riduzione degli stipendi dei manager delle società quotate. In serata l'enigma si è dipanato: la simulazione era antecedente all'emissione di bond da parte di Fs.
Resta il fatto che Moretti e il suo omologo di Anas, Piero Ciucci, nel 2012 hanno guadagnato rispettivamente 874mila e 750mila euro. La Rai, invece, non ha ad: quindi resta fuori dal decreto il dg Luigi Gubitosi, che guadagna 650mila euro l'anno, mentre la presidente Anna Maria Tarantola oscilla tra 3 e 400mila. Ancor meno - da 235 a 147mila - dovranno guadagnare i dirigenti delle altre 18 controllate non quotate. Le società controllate dal Tesoro sono state infatti classificate in tre fasce, tenendo conto di «indicatori dimensionali quantitativi, volti a valutare la complessità organizzativa e gestionale e le dimensioni economiche delle stesse società». Gli indicatori individuati sono: valore della produzione (maggiore o uguale a 1 miliardo, a 100 milioni o minore di cento milioni), investimenti (maggiori o uguali a 500 milioni, maggiori o uguali a 1 milione, inferiori a un milione) e numero dei dipendenti (maggiore o uguale a 5mila, a 500 o meno di 500). In prima fascia si trovano, appunto, sulla base dei dati del triennio 2009-2011, solo Anas, Ferrovie dello Stato e Rai. In seconda fascia, sempre secondo la simulazione, ci sarebbero Invitalia, Coni Servizi, Consap, Consip, Enav, Eur, Gse, Ipzs, Sogei e Sogin, con tetto fissato all'80% del compenso di riferimento per il livello più alto. Mentre in terza fascia andrebbero le restanti otto controllate dal ministero dell'Economia, Arcus, Cinecittà Luce, Italia Lavoro, Ram, Sicot, Mefop, Sogesid e Studiare Sviluppo, ai cui manager andrà il 50% del trattamento massimo.

Gli emolumenti per i manager saranno determinati dai cda rispettando i tetti stabiliti dal decreto, che si applicheranno «all'importo complessivo degli emolumenti da corrispondere, comprensivi della parte variabile ove prevista» per i compensi spettanti «all'ad, ovvero al presidente, qualora sia l'unico componente del cda al quale siano state attribuite deleghe».

Commenti