Tim, il Brasile macina utili ma il gruppo è troppo italiano

Il Sudamerica cambia i vertici e spinge sui ricavi. Che però pesano solo il 20%. E in «casa» la concorrenza morde

Tim, il Brasile macina utili ma il gruppo è troppo italiano

Tim ancora debole ieri in Borsa, -0,66% con il titolo ancorato intorno 60 cent per azione, nonostante le buone performance della controllata Tim Brasil; che non solo ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto di 335 milioni di reais, ossia 75 milioni di euro, +53,2%, ma promette anche di distribuire subito questi utili agli azionisti come già fatto nel primo trimestre. Bene anche i ricavi cresciuti del 5,8% a 4,2 miliardi di reais (941,3 milioni di euro). Gli investimenti hanno raggiunto i 224 milioni di euro. Nei sei mesi l'utile è stato pari a 130 milioni di euro +66,7%.

Ma il Brasile - che da ieri ha un nuovo amministratore: Stefano De Angelis è tornato in Italia sostituito da Sami Foguel proveniente da Tap, le aviolinee portoghesi - vale solo il 20% dei ricavi di Tim, che ha il suo main business in Italia. Ed è proprio sulle performance nel nostro paese - i conti trimestrali e dei sei mesi saranno resi noti martedì 24 - che vertono i dubbi degli analisti. L'ad Amos Genish ha lanciato il piano DigiTim per la digitalizzazione dei processi societari e anche quello su solidarietà e prepensionamenti che vedrà l'uscita di circa 4mila e 500 dipendenti nei prossimi tre anni. Un piano di risparmi che ha visto anche la firma di accordi con in fornitori: è di ieri quello per i servizi di caring per la gestione dei call center. Il titolo in Borsa però ha sofferto: -30% in soli tre mesi. Pesano le incertezze, sopratutto sulla governance.

Vivendi, primo azionista con il 24,9% potrebbe infatti tentare un bliz in settembre per pareggiare il conto dei consiglieri con il fondo attivista Usa Elliott, lo stesso del Milan, che gli ha strappato il controllo nell'assemblea del 4 maggior scorso. Sui conti pesano anche altri fattori come il passaggio della tariffazione da 28 a 30 giorni e l'arrivo in Italia di Iliad che ha «favorito» un abbassamento delle tariffe e, sopratutto, un aumento dei giga inclusi negli abbonamenti mobili. Tanto che Tim, per alcune categorie di clienti, concede ora addirittura 50Gb (con chiamate illimitate) per 10 euro al mese. Insomma, una rivoluzione che è destinata a pesare sui conti. Certo alla fine risparmi e nuovi servizi dovrebbero portare benefici.

Così le stime degli analisti sul target price dell'azione sono molto diverse: si va da 1,20 euro ad azione pronosticato da Mediobanca agli 0,70 di Credit Suisse fino ai 0,59 di Ubs. Quanto ai conti gli analisti prevedono un leggero aumento per i ricavi da servizi mobili (+0,5%, +0,43% la stima di Credit Suisse a 1,150 miliardi) con un leggero calo per quelli da rete fissa (-1,8%).

Il margine lordo (Ebitda) domestico dovrebbe registrare una diminuzione a una singola cifra (-6,4%) a 1,695 miliardi dai 1,811 miliardi del secondo trimestre 2017). Nei tre mesi, chiusi il 30 giugno, i ricavi sono previsti in calo a 3,814 miliardi: erano 3,847 miliardi nel secondo trimestre del 2017.

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