Tim, Genish corteggia Di Maio Dopo gli esuberi tocca alla rete

Accordo su 4.500 uscite e 29.700 «solidarietà». L'ad ringrazia il ministro anche perché ora ha bisogno di lui

Tim, Genish corteggia Di Maio Dopo gli esuberi tocca alla rete

Dopo una lunga trattativa, nelle notte tra lunedì e martedì, è stato raggiunto l'accordo sugli esuberi tra Tim e sindacati per il contenimento del costo del lavoro. Tutti soddisfatti dunque compreso il ministro Luigi di Maio che, pur avendo fatto poco per l'esito della trattativa, anche perchè è subentrato da poco al ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico ha raccolto i ringraziamenti dell'ad Amos Genish.

Un gesto dovuto probabilmente visto che ora Tim si accinge a una partita ancora più complessa, ossia lo scorporo della rete. E per il buon esisto di questa operazione avere il governo alle spalle sarà determinante sopratutto per quanto riguarda la determinazione dei prezzi all'ingrosso, ossia quelli che pagheranno i concorrenti, per utilizzare la rete in fibra di Telecom. Tra i tasselli determinanti dell'operazione ci sarà anche la possibile fusione con Open Fiber, la società controllata da Enel e Cdp che, al momento, è concorrente di Telecom per la rivendita all'ingrosso di connettività su rete in fibra. Insomma per questi e per altri motivi l'appoggio dell'esecutivo sarà importante dopo lo strappo che si era verificato con il governo Renzi che aveva fortissimamente voluto la creazione di Open Fiber da parte di Enel.

Genish, che ha l'appoggio dei principali azionisti di Tim, ossia Vivendi e il fondo Eliott che lo scorso 4 maggio ha conquistato la governance della società telefonica, sta già da tempo operando in questo senso. E dunque dopo la buona intesa raggiunta con l'ex-ministro Carlo Calenda ora sta nuovamente tessendo la tela intorno a Luigi di Maio.

Quanto all'intesa raggiunta gli esuberi saranno 4.500 che saranno assorbiti dall'utilizzo di strumenti volontari di uscita, come prepensionamenti, mentre la cassa integrazione per 29.736 lavoratori sarà tramutata in «solidarietà difensiva». Nell'ambito dell'accordo, potranno accedere nel 2018 al prepensionamento, ex articolo 4 della legge Fornero, coloro che entro il 31 dicembre 2018 matureranno nei successivi 4 anni il diritto alla pensione. Per il biennio 2019-2020, invece, i possibili beneficiari ammontano a 4 mila massimi. Potenzialmente, quindi, le uscite potrebbero essere anche 5 mila. Per chi aderirà nel prossimo biennio sono previsti due scivoli, con un sostegno fino a 6 anni. I sindacati inoltre hanno strappato all'azienda la disponibilità ad aprire a settembre un confronto su alcuni temi come livelli di inquadramento, part-time, dinamiche economiche e smartworking. A gennaio Tim aveva proposto un piano che prevedeva fino a 6.500 esuberi e 2 mila assunzioni da finanziare con una solidarietà espansiva di 20 minuti al giorno per quasi 30 mila lavoratori. Ipotesi che è stata respinta perchè, di fatto, le assunzioni sarebbero state pagate dagli stessi lavoratori Telecom. In Italia Tim ha 48 mila dipendenti.

Di questi circa 22mila, quando ci sarà lo scorporo, passeranno alla società della rete. Però anche 18 mila per la gestione delle attività commerciali non sono pochi dato che i concorrenti, Vodafone e Wind, ne hanno rispettivamente 7.500 e 6.500.

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