Tremonti smaschera i tedeschi: "Vogliono gli italiani più poveri"

Giulio Tremonti, intervistato da Il Sole 24 Ore, respinge l'idea della Bundesbank su una patrimoniale per ripagare il debito pubblico italiano e chiede invece di incentivare gli investimenti nei titoli di Stato, detassandoli

Tremonti smaschera i tedeschi: "Vogliono gli italiani più poveri"

In questi giorni, dalla Germania è arrivata un'idea per l'Italia e il suo debito. O meglio, una provocazione. Come spiegato da Il Sole 24 Ore, Karsten Wendorff, il capo economista della Bundesbank, ha proposto "un fondo nazionale in cui far confluire il 20% del risparmio privato per stabilizzare le finanze pubbliche attraverso una sottoscrizione forzosa di 'titoli di Stato di solidarietà'. È una sorta di patrimoniale o di prestito forzoso".

L'idea di Wendorff, secondo Giulio Tremonti, "è la solita posizione tedesca. E corrisponde a un certo tipo di Kultur e di Weltanschauung (visione del mondo). La prima è quella che fa riferimento al debito come colpa (in tedesco la parola Schuld definisce entrambi i concetti) e il debito pubblico o privato viene trattato come se fosse sempre all'origine di un peccato". La soluzione di Berlino è quindi quella di spostare la ricchezza privata nelle casse dello Stato per ridurre il debito pubblico.

Una vera e propria patrimoniale che però, secondo Tremonti, nasconde la totale incapacità di comprendere l'Italia. "Torniamo alla Weltanschauung... È quella che fa immaginare al capo economista della Bundesbank una forma impositiva forzosa sull'Italia come se la proiettasse dalla Germania e senza minimamente considerare il punto di arrivo, cioè l' Italia. Come diceva Benedetto Croce, i tedeschi tendono all'ideologia pedagogica. La struttura economica e sociale dell' Italia non è certo quella della Germania. Lì c' è lo Stato come forte entità fiduciaria riconosciuta, le mutue, il maggiorascato e la struttura economica porta ad avere poca proprietà immobiliare. Da noi è l' opposto: lo Stato non riveste il ruolo di rappresentazione fiduciaria così marcata e i risparmi sono il risultato di una atavica virtù, ma anche di una atavica diffidenza e sono, alla fine, una forma di difesa".

Inoltre, spiega sempre l'ex ministro, l'idea della Bundesbank ha un grande scoglio che forse, a Berlino, si sono dimenticati. "Dei 2,2 trilioni di cui è fatta la ricchezza privata italiana, quasi la metà è nei forzieri della Bce e della Banca d' Italia perché fa parte del pacchetto della gestione della liquidità, il cosiddetto quantitative easing. Insomma, l'economista Bundesbank dovrebbe tassare anche la Bce! Senza contare che una proposta simile ha un elevato rischio di incostituzionalità perché a parità di patrimonio tratterebbe in modo diverso chi ha più titoli che immobili".

La ricetta del professore è quella di favorire l'investimento volontario (e non forzoso) sui titoli di Stato. Un progetto che, secondo Tremonti,è molto simile a quanto proposto dal ministro Quintino Sella nel 1864, a quel tempo, come oggi, attaccato dai mercati finanziari. "Sella decise di 'esentare da ogni imposta presente e futura' i titoli del debito pubblico e di renderli impignorabili. Tornare a quella suggestione per l'Italia di oggi, che esporta capitali e importa fragilità o che esporta risparmio e importa debito, sarebbe ancora una volta la scelta giusta".

L'idea è che sia ormai finito il tempo di

strumenti forzosi. "Non costringere, ma convincere. Attraverso un'azione di fiducia, immaginando soluzioni che possano valorizzare e non deprivare il patrimonio degli italiani, sottraendolo al rischio distruzione".

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