Ue, Bce e Fmi: «Bene le riforme di Madrid» La «bad bank» pronta a inizio dicembre

La Spagna riceve una carezza da Ue, Bce e Fondo monetario internazionale («Bene la riforma del settore finanziario»), ma incassa il colpo basso dai dati - devastanti- sulla disoccupazione. Uno spagnolo su quattro è a spasso, vittima della crisi partita dal settore immobiliare e poi propagatasi in tutti i gangli vitali del Paese. Con la recessione che morde (-0,4% nel terzo trimestre), raddrizzare il mercato del lavoro è missione impossibile. E infatti, fra luglio e settembre il tasso di disoccupazione è salito al 25% dal 24,6% del trimestre precedente. Mai, dalla morte di Francisco Franco (1975), il Paese si era trovato in una situazione occupazionale così drammatica, con oltre 5,7 milioni di cittadini senza un impiego, con metà dei giovani disoccupati e con 800mila persone che hanno perso il posto nell'ultimo anno.
Il governo di Mariano Rajoy, che durante la campagna elettorale dello scorso anno aveva promesso di ridurre la disoccupazione, ha introdotto una serie di misure di austerity e di riforme per convincere gli investitori internazionali di avere il controllo dei conti pubblici. Ma queste misure, in particolare la riforma del lavoro che renderà più facile il licenziamento, hanno provocato molte proteste e convinto la popolazione a incrociare le braccia. Ieri centinaia di dipendenti pubblici sono scesi in piazza per protestare contro i tagli di bilancio. Il prossimo grande appuntamento sarà il secondo sciopero generale del 14 novembre.

Intanto, mentre Madrid non ha ancora deciso se chiedere ulteriore aiuto dopo i 100 miliardi già stanziati dall'Europa a favore delle banche iberiche (già sostenute dal governo spagnolo nel 2010 con 87,1 miliardi), la bad bank della Spagna sarà pronta già dal primo dicembre, e sarà battezzata Sareb. Alla bad bank gli istituti in affanno potranno conferire le attività più a rischio, ottenendo in cambio liquidità con cui rafforzare le rispettive posizioni di bilancio.