La Ue minaccia l'intesa Fincantieri-Stx

La Francia fa dietrofront e si allea con la Germania, la Commissione apre il dossier

La Ue minaccia l'intesa Fincantieri-Stx

L'affaire Fincantieri-Stx rischia di arenarsi. Parigi e Berlino hanno fatto quadrato contro Roma e, giocando la carta europea della concorrenza, hanno acceso un pericoloso faro sull'operazione di acquisto di Chantiers de l'Atlantique (ex Stx) che, già due anni fa, aveva provocato scintille tra il presidente francese Emmanuel Macron e l'esecutivo Gentiloni. Una mina per il gruppo italiano guidato da Giuseppe Bono che, solo due mesi fa, era stato più che «profetico». Di fronte alla possibilità che a complicare la partita fossero i dissapori tra Macron e il governo gialloverde Bono aveva messo le mani avanti: «La politica ha dei tempi che non sono quelli dell'industria. Quello che vale oggi, domattina può darsi sia diverso».

Prima allineata, Parigi (spalleggiata da Berlino), ha improvvisamente voltato le spalle all'accordo sollecitando Bruxelles. «Il progetto - spiega in una nota l'Antitrust europeo - non raggiunge le soglie di fatturato previste dal regolamento Ue che impongono una notifica alla Commissione». Del resto, se Fincantieri ha un giro d'affari di 5 miliardi (2017), Stx ha un fatturato di appena 1,5 miliardi. Ma nonostante questo, la Francia e la Germania hanno chiesto ulteriori indagini con una domanda di rinvio «che permette a uno o più Stati membri di chiedere alla Commissione di esaminare una concentrazione che, pur non rivestendo una dimensione europea, incide sugli scambi all'interno del mercato unico e rischia di incidere in misura significativa sulla concorrenza nei territori degli Stati membri che presentano la richiesta». Insomma, si cerca il pelo nell'uovo in un clima politico bollente con le nuove scintille tra Roma e Parigi dopo il sostegno del Movimento Cinque Stelle alla protesta dei Gilet gialli contro il presidente Macron. E se Fincantieri sceglie di non commentare, il premier Conte ha espresso «sorpresa, augurandosi che non ci siano ostacoli». Tranchant Matteo Salvini: «Non ci piegheremo agli interessi di altri Paesi».

E anche se fonti dell'Eliseo minimizzano: «Non bisogna in alcun modo vederla come una forma di ritorsione politica», chiarendo che «a seguire il dossier è la Commissione europea», è difficile non notare che negli ultimi mesi diverse partite industriali sono state influenzate da rapporti intergovernativi poco sereni: il mancato rinnovo dell'adesione al patto di sindacato di Mediobanca da parte del gruppo Bolloré e lo scontro in corso tra i grandi soci di Telecom Italia.

Una tegola che ora tocca il colosso italiano della cantieristica che, dopo lunghe trattative, aveva ottenuto, grazie a quello che è di fatto un salvataggio (i cantieri francesi erano in piena crisi), il controllo della nuova società: all'ultimo i francesi avevano concesso in prestito un 1% perché Fincantieri avesse il 51%, lo Stato francese il 33,34%, Naval Group (azienda militare francese) il 10%, le industrie locali il 3,66%, e i dipendenti Stx il 2 per cento.

L'accordo d'Oltralpe si inserisce peralrtro nel piano di rilancio del gruppo italiano di Stato (Fintecna ha il 71,6%) tornato in Borsa nel 2014 e all'utile nel 2016 (14 milioni, da una perdita di 289 milioni del 2015), anche grazie a un attento riposizionamento industriale fatto di acquisizioni in settori strategici, come quello di Stx France.

D'altra parte Fincantieri, definita oggi l'«Airbus dei mari», ha prodotto navi leggendarie da quelle militari a quelle da crociere.

E proprio ieri ha firmato con il gruppo americano Norwegian Cruise Line Holdings un contratto da 1 miliardo. Ora la mina europea rischia di far saltare un tassello importante dello sviluppo del gruppo e il mercato ha paura: il titolo in Piazza Affari ha perso l'1,74% a 0,98 euro.

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