Economia

Unicredit suona l'allarme sui conti

Rettifiche per 900 milioni. Mustier: "Scelta di prudenza. Ma dovranno farlo tutte"

Unicredit suona l'allarme sui conti

Unicredit fa i conti con il coronavirus e, di fatto, lancia il primo «allarme» sulle prossime trimestrali. E probabilmente l'aggiornamento comunicato ieri dalla banca di Piazza Gae Aulenti sarà il primo di una lunga serie. Solo per quanto riguarda il primo trimestre 2020, l'emergenza sanitaria costerà alla banca guidata da Jean Pierre Mustier 900 milioni in rettifiche sui crediti. Per il consenso degli analisti il trimestre (il cda è in agenda il 5 maggio mentre i risultati saranno pubblicati il giorno dopo) si dovrebbe chiudere con un margine di intermediazione di 4,46 miliardi e una perdita netta di 1,7 miliardi. L'esplosione della pandemia inoltre, a giudizio di Mustier, spazzerà via ogni ipotesi di consolidamento in Europa. «Questa crisi uccide ogni ipotesi di fusione tra banche» ha dichiarato il banchiere alla stampa francese. Piazza Affari sembra aver apprezzato la chiarezza di Unicredit: il titolo ha chiuso a 6,72 euro in rialzo dell'1,9 per cento.

«Vogliamo essere molto prudenti e anticipare l'inevitabile impatto negativo di questa situazione», ha scritto Mustier in una lettera ai dipendenti per poi aggiungere: Tutte le banche dovranno adottare questo aggiustamento tecnico. L'ad ha poi ribadito la solida posizione patrimoniale del gruppo con un Cet1 ratio del 13% circa. Più in dettaglio, la banca di Piazza Gae Aulenti prevede per l'Eurozona una riduzione del prodotto interno lordo 2020 del 13% a cui seguirà, nel 2021, una ripresa del Pil del 10 per cento. In questo contesto il costo del rischio della banca per l'anno in corso dovrebbe attestarsi a 110-120 punti base, mentre nel 2021 dovrebbe scendere a 70-90 punti base. Unicredit infine ha comunicato che Mustier ha rinunciato a 2,7 milioni di remunerazione, tra variabile e fissa, che saranno donati alla Fondazione Unicredit

Anche Alessandro Vandelli, ad di Bper Banca, è intervenuto sulla possibilità di inserire accantonamenti già con i conti trimestrali per affrontare l'impatto della pandemia. «Non possiamo far finta che non sia successo nulla», ha commentato il banchiere in una conference call seguita all'assemblea di bilancio dell'istituto per poi aggiungere: «Ci aspettiamo impatti dalla pandemia anche se mi sembra che i numeri siano in movimento con range molto ampi». Gli accantonamenti, a giudizio di Vandelli, «potranno essere presi in considerazione dalle banche italiane, ognuna con la sensibilità e la possibilità che potrà avere» e, in questo scenario, «la Bce potrebbe dare un quadro a cui ispirarsi».

Sul fronte del consolidamento, Vandelli haperò un'opinione opposta a quella di Mustier. Bper è coinvolta nell'offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata a metà febbraio da Intesa Sanpaolo su Ubi, in quanto al gruppo emiliano sarebbero ceduti 400-500 sportelli. E, nonostante la situazione sia ancora più complessa a causa degli effetti del coronavirus, Vandelli ha ribadito di «rimanere assolutamente convinto della bontà dell'operazione».

A sostegno della acquisizione degli sportelli, il cui prezzo dipenderà dall'andamento del mercato (oggi si attesterebbe tra i 500 e i 600 milioni rispetto agli 800-1000 milioni stimati in origine), l'assemblea di Bper ha varato ieri un aumento di capitale fino a un miliardo che dovrebbe essere lanciato dopo l'estate.

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