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Edifici costruiti su faglia attiva

La mappa dei crolli dei palazzi dell’Aquila e dintorni presenta non pochi apparenti paradossi. Tra gli edifici più colpiti ci sono quelli costruiti negli anni 60 e 70, mentre ci sono chiese medievali con secoli di storia sulle spalle che hanno sopportato le scosse senza troppi problemi. Ma ci sono anche case costruite nello stesso periodo e dallo stesso costruttore che presentano danni molto differenti l’una dall’altra. Ci sono poi vie in cui la devastazione è stata quasi totale. E in molti casi, l’unica differenza visibile tra un palazzo crollato e uno in piedi è la diversa porzione di terreno su cui è stata costruita. Ad esempio in via XX Settembre, dove c’era la Casa dello Studente, è venuta giù la maggior parte dei palazzi, e non si trattava di edilizia economia. La via però si arrampica su un’altura adiacente a una scarpata.

Molti crolli ci sono stati anche nella zona di recente espansione di Pettino, dove secondo i sismologi c’è una faglia attiva. Uno dei dubbi da verificare dunque, è se sia stata fatta un’analisi geologica dei terreni edificabili per individuare una «micro zonizzazione» del rischio sismico all’Aquila e nei comuni limitrofi.

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