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Elezioni, la guerra Pdl-Lega mette a rischio le roccheforti

La Lega sarà alleata del Pdl nelle grandi città come Milano. È invece possibile che in alcuni piccoli e medi Comuni possa correre da sola al primo turno. Queste le posizioni uscite dal consiglio federale di lunedì scorso, sufficienti per diffondere l’ansia tra gli esponenti del Pdl. Il timore è che la voglia di contarsi porti conseguenze negative all’alleanza, facendo perdere Comuni in cui la maggioranza sarebbe invece schiacciante. Le posizioni più delicate riguardano importanti città del varesotto come Busto Arsizio e Gallarate, ma anche Pavia, oltre che numerosi centri valtellinesi e della Bergamasca.
Alle amministrative andranno al voto 232 Comuni e quasi tre milioni di elettori. Mario Mantovani, coordinatore regionale del Pdl, spiega di aver affrontato la questione con il Senatùr e prova a tranquillizzare gli animi: «Non ho ancora incontrato il coordinatore leghista Giancarlo Giorgetti. Ho invece incontrato alla camera il ministro Bossi e l’ho trovato molto conciliante, disponibile a una soluzione anche per Desio. È anche interesse loro correre insieme, se non in qualche raro caso». Mantovani invita anche a non drammatizzare eventuali casi di corsa solitaria: «L’intenzione è di non esasperare le situazioni locali. Se in qualche situazione non si riuscirà a raggiungere l’intesa per circostanze croniche o difficoltà personali, faremo la nostra proposta senza problemi. Bisogna ricordare che siamo il partito di maggioranza relativa».
Insomma, il Pdl è convinto che la corsa solitaria non convenga neppure alla Lega. Viviana Beccalossi, vicecoordinatore regionale del partito, è sulla stessa linea: «Non è possibile che vogliano correre insieme a Mantova, dove il candidato è leghista, e non a Pavia, dove il candidato è nostro. E lo stesso discorso vale per Busto, Gallarate e Varese. Se si decide di correre da soli, allora anche il Pdl andrà per i fatti suoi». Il tema tocca in particolare Varese, dove un candidato del Pdl potrebbe mettere a rischio la rielezione del sindaco leghista, Attilio Fontana.
Beccalossi ricorda che in passato è accaduto più volte che la corsa separata di Lega e Pdl abbia portato alla vittoria del centrosinistra: «In tutti i Comuni al di sotto dei 15mila abitanti l’alleanza tra Pdl e Lega è al di sopra del 60 per cento. Se invece si corresse divisi, rischiamo ciò che è già accaduto, ovvero avere liste che con il 25 per cento dei consensi vincono le elezioni».
Beccalossi insiste: «È un momento in cui c’è bisogno di generosità e non di egoismo».

L’ex vicepresidente della Regione propone il suo metodo nella scelta dei candidati: «È meglio litigare fino all’ultimo tra Pdl e Lega per decidere chi sia il candidato migliore e poi, una volta compiuta la scelta, essere uniti nel sostenerlo. Stiamo attenti a non scontentare gli elettori per compiacere i militanti».

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