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Elkann: "Ci hanno snobbato, la politica stia fuori dai circoli letterari"

Alain Elkann, romanziere e saggista, è uno dei sei giurati del Premio Grinzane Cavour (su un totale di sedici) che ieri hanno presentato le dimissioni. Questa la nota ufficiale: «Non si è attenuato in noi il disagio per la bufera che si è abbattuta sul Premio. A maggior ragione, quando abbiamo appreso dai giornali, senza che nessuno ci informasse e consultasse, le decisioni sul nuovo assetto. In tal modo si è messa la giuria davanti al fatto compiuto mortificando, insieme alla provata competenza, la correttezza del suo lavoro».
Che cosa vi ha spinti a questo gesto clamoroso?
«Soprattutto l’avere saputo della nomina di questo Comitato dei garanti dai giornali. Un modo di fare fastidioso. La mia decisione non è motivata da dubbi riguardo al comportamento dell’ex presidente Giuliano Soria, del quale non conosco i demeriti, e che mi auguro esca a testa alta da tutte le accuse che gli sono state mosse».
La questione è anche politica?
«Per quanto mi riguarda, no. Se di mezzo c’è la politica io non lo so, non lo voglio sapere e nemmeno mi interessa. Certo non capisco, trattandosi di un premio letterario, perché non bastasse più Lorenzo Mondo e ci volesse invece un matematico. E se il problema era la gestione finanziaria (nella quale noi non c’entriamo nulla) perché non nominare piuttosto dei notai, degli avvocati, dei fiscalisti? Non capisco perché non fossero sufficienti tre personalità autorevoli come Risset, Loy e Sanvitale. Si potevano aggiungere Maraini e Comencini, ma almeno che qualcuno ce lo dicesse ufficialmente!».
La sua è un’esperienza conclusa, dunque?
«Sì, in questo premio non mi ci ritrovo più. La cultura dev’essere al di sopra e al di fuori della politica. Diciamo che nella vita ci sono cose che nascono, crescono e poi muoiono. È stata una bella stagione, ma per quanto mi riguarda, è arrivata alla fine. Auguro ai nostri successori di agire per il meglio. E resto amico di Giuliano Soria».


Secondo lei, perché non vi hanno detto niente?
«E chi lo sa? Non ne ho idea. La stessa vicenda Soria ci ha colti di sorpresa. Non ne sapevamo nulla. Di certo, il Grinzane Cavour è un’istituzione nella quale non ci ritroviamo più».

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