«Energia, anche per i piccoli è l’ora del mercato»

Starace (Enel): «Buona parte dei 4,5 milioni di partite Iva non ha ancora approfittato della liberalizzazione»

Paolo Giovanelli

da Milano

Comprare elettricità e gas a prezzo ridotto, oppure prefissato per tutto l’anno, indipendentemente dal costo del petrolio, può essere un affare: per chi li compra e anche per chi li vende. In Italia, infatti, oltre alle grandi imprese, ormai anche quelle piccole e medie possono scegliersi il fornitore di energia (e dal luglio 2007 potranno farlo anche le famiglie). Ogni anno il mercato assorbe circa 320 terawatt di cui 280 sono consumi reali. E di questi circa la metà (136 twh) sono assorbiti da sole 300mila imprese, 90 twh vanno a 4 milioni e mezzo di piccole imprese, e infine 60 twh vanno a 27 milioni di famiglie.
«Ci sono 4,5 milioni di partite Iva che in gran parte non hanno ancora scoperto che gas ed elettricità si possono pagare di meno - afferma Francesco Starace, responsabile della divisione mercato dell’Enel -, il grosso di chi ha un’attività economica non approfitta della possibilità di cambiare fornitore. Così stiamo lanciando un’iniziativa chiamata Enelbusiness che utilizzerà radio, inserzioni pubblicitarie, ma anche un porta a porta con degli agenti. Proporremo diverse offerte, con uno sconto sul prezzo, oppure con un prezzo bloccato per tutto l’anno che dia certezza al consumatore. Il nostro obiettivo è arrivare ad avere 12 milioni di clienti entro il 2010, comprese le famiglie».
Cioè 12 milioni di clienti sui 31 e mezzo che sono sul mercato?
«Sì, l’Enel produce circa il 30 per cento del fabbisogno di energia in Italia: puntiamo a venderla sul mercato libero. Vogliamo arrivare direttamente al consumatore finale senza l’intermediazione dell’Acquirente unico (l’ente che oggi fornisce le famiglie e gran parte delle partite Iva, ndr)».
Contattare 12 milioni di clienti, non è costoso?
«Una struttura per raggiungere tutti i potenziali acquirenti comporta dei costi di contatto, ma oggi tra tutti i nostri clienti ce ne sono di buoni ed altri che non sono in grado di pianificare i loro consumi. In questo modo sono avvantaggiati quelli meno capaci e svantaggiati quelli più avanzati. Il cliente vincolato (quello che riceve l’energia dall’acquirente unico, ndr) per noi è penalizzante ed è penalizzato anche lui perché potrebbe avere contratti più vantaggiosi. E c’è un altro aspetto che viene ignorato: oggi il sistema vincolato ha un deficit di un miliardo di euro che prima o poi dovrà essere recuperato con un aumento delle tariffe. Noi offriamo di scappare subito da questo rischio e di puntare a un regime di tariffe che garantisce certezza non solo di forniture, ma anche di prezzo».
Il prezzo fisso lo garantite per un anno, e se poi uno vede che la vostra offerta non è più conveniente?
«Può tornare al mercato vincolato in qualsiasi momento».
Ma un anno di contratto, non è un po’ poco?
«Partiamo dai 12 mesi perché è un’usanza del sistema, ma puntiamo ad allungare i contratti. I grandi clienti hanno già tutti accordi pluriennali.

Ma attenzione, più che una questione di prezzo più basso, è un fatto di sicurezza sul gas e sull’elettricità: a fine anno si rischia una nuova crisi del metano e oggi c’è già qualche fornitore che traballa nell’elettricità: noi saremo qui ancora per molti anni».

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