Man mano che il conto di Fabrizio Corona con la giustizia si fa più pesante, diventa sempre più inevitabile la domanda: cosa farà della sua vita lex «re dei paparazzi»? Quando il conto si farà definitivo affronterà il carcere, magari vendendo lesclusiva a un rotocalco? O taglierà la corda, come più volte annunciato, verso un paese senza trattato di estradizione?
La domanda torna ad imporsi ieri, quando dal tribunale di Milano arriva la notizia della nuova condanna del giovanotto: quattro anni di carcere per la bancarotta della sua agenzia, la Coronas. Che si vanno ad aggiungere ai sedici mesi per Vallettopoli, ai tre anni e quattro mesi per lestorsione a Trezeguet, allanno e mezzo per la corruzione di un secondino, un altro anno e mezzo per avere fatto benzina con soldi falsi, senza contare la sfilza di denunce a piede libero per guida senza patente. Insomma, abbondantemente sopra i dieci totali da scontare, quando le sentenze diventeranno definitive. Una montagna che prima o poi promette di travolgere il compagno di Belen Rodriguez.
Laccusa di bancarotta nasce dal fallimento della Coronas, dichiarato dal tribunale nel 2008. La versione di Fabrizio sul crac della sua società è sempre stata: andava tutto benissimo, fatturavo trenta milioni e davo da lavorare a un sacco di persone fino a quando non mi hanno sbattuto in galera ingiustamente, a quel punto la società, che mandavo avanti praticamente da solo, è andata a gambe allaria. Ma le indagini hanno permesso di individuare una serie di falle nei bilanci già ben prima dellarresto del suo fondatore: grazie a fatture false e altri trucchi dalle casse della Coronas sarebbero sparite decine di milioni, e di ben 19 milioni è limporto della frode al fisco pure contestata a Corona.
Insieme a Corona era imputato il suo amico Lele Mora, che una parte dei soli della sua società L.M. diceva di averli spesi per conquistare il suo cuore: ma il processo a carico di Mora è stato trasferito a Bergamo per competenza territoriale.
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