«Entro aprile la banca dati delle persone scomparse»

È arrivato appositamente da Roma per dare la notizia attesa da anni: la banca dati delle persone scomparse sarà una realtà entro fine aprile. Il prefetto Gennaro Monaco ha dato l’annuncio proprio al convengo «Vite Sospese» organizzato dall’associazione Penelope, gruppo creato da parenti e amici di persone svanite nel nulla. Un dramma che coinvolge quasi 24mila famiglie, italiane e straniere, e che finisce spesso in un obitorio con un cadavere senza nome.
Appuntamento nella sala Alessi di Palazzo Marino, con i lavori aperti dagli assessori Stefano Pillitteri, Comune, e Alberto Grancini, Provincia, e dal Governatore Roberto Formigoni. Un incontro fortemente voluto dalla presidente dell’associazione Penolope Elisa Pozza Tasca che ieri ha riunito attorno a un tavolo i medici legali Cristina Cattaneo, Marco Grandi e Antonio Farneti, Federica Sciarelli, attuale conduttrice di «Chi l’ha visto?». Ma soprattutto il prefetto Monaco, commissario straordinario di Governo per le persone scomparse che ha portato la tanto attesa notizia: la banca dati sarà presto una realtà. Il ministero dell’Interno ha infatti standartizzato un questionario che accompagnerà ogni denuncia di scomparsa e comprende sesso, età, dati biometrici (altezza, peso, colore occhi e capelli ecc.), tatuaggi, mutilazioni. Insomma qualsiasi caratteristica che ne faciliti l’identificazione. La banca dati sarà consultabile via Internet dagli organi di polizia e medici legali, con lo scopo di limitare il campo di ricerca. Finora quando un corpo arrivava in obitorio non si sapeva da che parte iniziare le indagini, perché poteva appartenere a una persona partita da centinaia di chilometri. Evidente quindi che la sola divulgazione di notizie del ritrovamento sugli organi di stampa locale, non poteva sortire grandi risultati.
I primi a intuire le possibilità offerte dalla rete sono stati i medici del Laboratorio di Antropologia e Odontologia forense, Labanof, che da tempo mettono nel sito dati e caratteristiche dei corpi senza nome e quando possibile la ricostruzione del volto. In questo modo, come ha ricordato la Sciarelli, partendo dagli appelli di «Chi l’ha visto?» alcuni cittadini sono andati a consultare il sito di Labanof consentendo di identificare dei cadaveri. Uno dei quali, una signora di 78 anni, era già stata sepolta come «sconosciuta».
La trasmissione della Terza Rete comunque rimane per il momento il principale punto di riferimento per chiunque si trovi di fronte al dramma di un famigliare svanito nel nulla. Le edizioni, alla cui conduzioni è approdata da qualche anno Federica Sciarelli, si susseguono dalla fine degli anni Ottanta per undici mesi all’anno e hanno consentito di creare una banca dati unica in Italia. Tanto da diventare un interlocutore privilegiato per lo stesso ministero dell’Interno. Una banca dati a cui attingere per confrontare le caratteristiche degli scomparsi con quella dei corpi finiti negli obitori, perché purtroppo questa è la triste fine di molte persone che improvvisamente svaniscono nel nulla.

Si tratta infatti spesso di anziani con patologie mentali, che li porta a smarrire la strada di casa e trovare inevitabilmente la morte in qualche luogo appartato, o giovani con disturbi psichici che decidono di suicidarsi. L’ultima stazione degli scomparsi è perciò quasi sempre l’obitorio, lo sanno anche i famigliari, che spesso attendono solo il conforto di una pur tragica conferma.

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