«Il numero sette mi ha sempre affascinato. Da anni volevo dedicarmi alla stesura di questopera, ma rimandavo per lassenza di commissione, che non la rendeva urgente, e per mancanza di coraggio. È, infatti, un progetto ambizioso e impegnativo: unopera priva di una vera drammaturgia che racconta la bellezza del sette, o meglio, dei sette che, nella vita, mi hanno conquistato. Partendo dalla seduzione misteriosa ma tuttaltro che esoterica del numero, ho dato vita al mio lavoro più autobiografico».
Così Nicola Piovani illustra Epta, suite strumentale in sette movimenti per sette musicisti - i solisti dellOrchestra Aracoeli - scanditi dallintervento registrato di sette attori, che sarà eseguita in prima assoluta questa sera, alle 20.30, nellaula magna della Sapienza, nella stagione dellistituzione universitaria concerti. Ogni brano è dominato da uno strumento che, se non protagonista assoluto, ne è «primo attore». In un continuo dialogo tra musicisti, ritmi di varia ispirazione e fascinazioni mitologiche, poetiche e scientifiche, lopera prende le mosse dall«assenza» del sette geometrico perché, come illustra Piergiorgio Odifreddi, primo narratore, oltre che consulente ai testi, «lettagono è il primo dei poligoni regolari non costruibili mediante riga e compasso». Sulla «bellezza del sette» è strutturata tutta la suite. Dalla tragedia dei Sette contro Tebe, raccontata da Omero Antonutti, al problema matematico del papiro di Rhind, descritto da Ascanio Celestini. Da Il Settimo Sigillo di Bergman - con voci originali del film - ai «sette atti della vita» del malinconico monologo shakesperiano di Come vi piace, interpretato da Mariano Rigillo.
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