Economia

Eredità Agnelli, Margherita cambia di nuovo i legali

L’avvocato ginevrino Charles Poncet risponde con grande aplomb: «Avevo messo a disposizione il mio mandato in giugno. La signora Agnelli ha deciso in questo senso, ma restiamo comunque buoni amici». È solo l’ultimo passaggio di una vicenda drammatica, che registra le profonde lacerazioni provocate nella famiglia dalla divisione delle fortune di Gianni Agnelli, l’Avvocato, scomparso nel gennaio 2003. La figlia Margherita (nella foto), da tempo impegnata nella ricostruzione del reale patrimonio del padre, ieri ha nuovamente cambiato legali: ha rinunciato alla consulenza di Cherles Poncet e del suo luogotentente in Italia, Girolamo Abbatescianni, e ha nominato nuovi rappresentanti, gli avvocati Andrea e Michele Galasso di Torino, e il professor Paolo Carbone, del foro di Roma. Poncet ammette «divergenze di vista su scelte strategiche», mentre i legali di fresca nomina si limitano a confermare il ricevimento dell’incarico. Da parte sua Abbatescianni, «preso atto che la mutata strategia difensiva impostata dai nuovi legali della signora Margherita Agnelli de Pahlen è incompatibile con quella fino ad ora portata avanti, ringrazia la signora Agnelli de Pahlen per la fiducia accordata in questa controversia dagli altissimi profili giuridici oltre che strettamente legata alla storia del nostro Paese».
Dove stiano «le divergenze di vista» lo si può, per ora, soltanto intuire. Poncet e Abbatescianni avevano progettato un «affidavit», ovvero una dichiarazione, equiparabile a una perizia giurata, con cui chi firma certifica ciò che dice. Il documento doveva essere rivolto ad accertare l’esistenza di un rapporto di mandato tra Gianni Agnelli da una parte, e Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens dall’altra. Uno dei punti della causa al Tribunale di Torino verte, infatti, sul ruolo dei due rispetto al patrimonio, mandatari o gestori secondo la figlia, custodi secondo i diretti interessati. Poncet si era dimostrato anche molto critico nei confronti dei precedenti legali di Margherita (l’incarico di cui si è avuta notizia ieri è il terzo), rendendo esplicito anzi il sospetto che fossero «in combutta con la parte avversaria».
In particolare, chiedeva chiarimenti sui 15 milioni di euro di parcella del legale italiano Emanuele Gamna, mentre altri 10 milioni erano andati al ginevrino Jean Patry.
La vicenda patrimoniale è molto complessa, perché le società estere dell’Avvocato erano state coperte dal più stretto riserbo. In base a un accordo del 2004 Margherita era stata liquidata con beni valutati 1.166 milioni di euro.


A breve, presumibilmente entro l’estate, il giudice del Tribunale di Torino, Brunella Rosso, chiamata a decidere sul contenzioso sollevato da Margherita Agnelli, dovrebbe stilare il nuovo calendario di udienze e, al tempo stesso, riferire quali testi (fonti di prova orali e documentali) già presentati dalle parti ammettere o respingere.

Commenti