Errani e Pd scomunicati dai vescovi emiliani: «Non si favorisca col voto chi non ha valori cristiani»

In vista delle elezioni regionali, il messaggio «indirizzato ai fedeli» dai vescovi dell’Emilia Romagna è chiaro e forte: vi sono «valori non negoziabili». E tra questi spicca «la sacralità della famiglia naturale, fondata sul matrimonio». In antitesi alla politica dell’uscente e ricandidato governatore Pd Vasco Errani orientata ad equiparare la famiglia naturale a quelle di «convivenza di natura diversa».
Non dimentichiamo poi il progetto di legge dei «Dico all’emiliana»: la Regione Emilia Romagna cercò di approvare una norma che estendeva alle convivenze di fatto l’accesso ai servizi sociali. Un primo passo che facilmente sarebbe potuto arrivare al riconoscimento delle coppie omosessuali. Il progetto di legge scatenò l’ira del cardinale Carlo Caffarra che giudicò la legge «devastante per il nostro tessuto sociale» ed ammonì la sinistra con un: «Dio vi giudicherà». L’ex sindaco Flavio Delbono, anche se politicamente proveniente dalla Margherita, si allineò immediatamente al pensiero degli ex Ds. Quando una coppia gay scrisse all’ex sindaco chiedendo di sposarli questi rispose: «Mi piacerebbe, ma manca una legge nazionale». Così è nato il blog «Delbono sposaci».
La severità e la chiarezza di quanto scritto nel comunicato firmato da tutti i vescovi e arcivescovi della regione Emilia Romagna stride con la politica dei Pd e difficilmente potrà essere scavalcato o raggirato. Probabilmente, così come già successo in passato, la sinistra troverà scudo e rifugio nella politica del silenzio, evitando lo scontro e il confronto. Anche perché tra i «valori non negoziabili» è compresa anche la «sacralità della vita dal concepimento fino alla morte naturale», espressione che include alcuni temi che hanno scatenato il sinistrorso dissenziente pensiero: dall’aborto al «caso Eluana». Non manca poi «lo sviluppo della giustizia», «il rispetto del creato» e «la dignità della persona umana».
Insomma, l’arcidiocesi di Bologna invita l’elettorato a riflettere, ricordando che la «coscienza cristiana non permette di favorire col proprio voto l’attuazione di un programma politico o la promulgazione di leggi che non siano coerenti con i valori sopraddetti».

Naturalmente «la Chiesa non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica», ma «è un diritto dei fedeli essere illuminati dai propri pastori quando devono prendere decisioni importanti».
E quindi il programma politico ed eventualmente «l’aiuto dei sacerdoti» sono gli strumenti che i fedeli utilizzeranno per scegliere con coscienza cristiana chi sarà il prossimo presidente della Regione.

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