Il latte, prezioso per il benessere dellorganismo, soprattutto semplice. Primo nutrimento delluomo, forse tra gli alimenti finora più studiati, continua ad essere oggetto di interesse e ricerche da parte di studiosi di tutte le discipline medico-scientifiche. A Roma, in un seminario di studio «Il latte oggi: salute tra ricerca e innovazione», nutrizionisti, pediatri, gastroenterologi, endocrinologi, esperti di microbiologia alimentare e biotecnologia, hanno fatto il punto sulle conoscenze più recenti in materia di latte. Liniziativa è stata promossa dalluniversità La Sapienza di Roma e dalla multinazionale alimentare italiana, Parmalat.
«Il latte può essere considerato un alimento poli-funzionale, per il suo contenuto in nutrienti e per la presenza di sostanze biologicamente attive», afferma Carlo Cannella, ordinario di scienza dellalimentazione alluniversità La Sapienza di Roma, tra i relatori dellincontro romano. «E un alimento che apporta acqua, calcio, proteine, grassi, vitamine e sali minerali. Recente è la dimostrazione che il latte contiene anche un acido grasso come lacido linoleico coniugato (CLA), prodotto dai batteri del rumine a partire dagli acidi grassi presenti nel foraggio che nutre la mucca. Ha azione antiadipogena, antidiabetogena, anticancerogenica ed antiaterogenica».
La conoscenza dei nutrienti e della qualità igienico-sanitaria sono il frutto degli straordinari progressi della ricerca, messi a punto e del loro trasferimento in tecnologie, per proteggere il valore nutritivo del latte e garantirne qualità e sicurezza duso. In merito al seminario è stato presentato il progetto «Parmalat e luniversità per la Qualità», unico nel panorama italiano, di collaborazione con cinque Atenei (Sapienza di Roma, università degli studi di Catania, di Milano, Federico II di Napoli e Parma) per garantire i valori riportati sulletichetta nutrizionale e comunicare al consumatore tutta lattività di 70 ricercatori coinvolti). «Luniversità esegue rigorosi controlli dei parametri di etichetta del prodotto, sia presso i laboratori, sia presso lo stabilimento», spiega Franco Antoniazzi, responsabile della ricerca e sviluppo Parmalat.
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