(...) Le viene il dubbio che allallevamento qualcuno abbia fatto il furbo. Lei è stata corretta ed ha pagato i suoi 900 euro senza battere ciglio, ma magari lo yorkshire non appartiene alla cucciolata doc di cui si parla nei documenti che le hanno rifilato. Forse il suo adorato animaletto proviene dai paesi dellEst ed è stato importato clandestinamente in Italia, già malato dalla nascita.
Per questo la padrona si rivolge al Tribunale degli animali e chiede di procedere con lesame del Dna per accertare la paternità del cane.
«Si tratta effettivamente di un caso particolare - commenta Lorenzo Croce, presidente di Aidaa - che comunque è contemplato in molti contratti di compravendita di animali. Tuttavia in Italia nessuno ha mai avanzato una richiesta del genere anche perché lesame del Dna ha un costo piuttosto elevato».
Se dallesame dovesse emergere che i genitori del cucciolo non sono i cani dichiarati nei documenti, allora apriti cielo: lallevatore verrà denunciato.
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