Terence Road, arzillo sessantunenne inglese danza con la grazia e l'abilità di Fred Astaire eppure allo stato aveva dichiarato di essere costretto su una sedia rotelle a causa dell'artrite. Cheryl Laughton, una splendida signora di Newcastle che vive felicemente insieme al marito e ai suoi tre figli, per 12 anni ha raccontato al suo governo di essere una madre single in difficoltà, costretta com'era a dover crescere senza alcun aiuto tre pargoli vivacissimi. Il sistema di assistenza le ha concesso 75mila sterline all'anno di cui lei ha fatto il miglior uso possibile. Quando finalmente è stata scoperta le è bastato presentarsi in tribunale e ammettere le proprie colpe per evitare la prigione. A quanto pare è la Gran Bretagna la nuova patria dei falsi invalidi. Sarà per quella incredibile tendenza a fidarsi che hanno gli inglesi - in mancanza del documento d'identità in questo Paese si può presentare di tutto, dalla bolletta del telefono all'abbonamento alla rivista di equitazione - sarà per il fatto che la macchina burocratica non funziona alla perfezione neppure qui, fatto sta che negli ultimo 6 anni lo stato inglese ha perso più di un miliardo di sterline in benefit d'invalidità devoluti per frode o per errore. Lo dicono le stime ufficiali aggiungendo che si tratta soltanto della punta dell'iceberg. Il fenomeno infatti è destinato a peggiorare proprio a causa delle frodi che nello stesso periodo sono aumentate del 50 per cento. I Terence Road e le Cheryl Laughton di turno si contano a migliaia così come sono numerosi gli impiegati amministrativi poco diligenti. La gente presenta una domanda, compila il suo bravo formulario e nessuno negli anni si preoccupa di andare a controllare se quanto richiesto sia realmente un diritto. Ogni anno sono circa 3 milioni quelli che ricevono i benefit per invalidità e soltanto l'anno scorso lo stato inglese ha pagato 70 milioni di sterline a chi aveva commesso inavvertitamente un errore nella richiesta. Soldi in eccesso per esempio - racconta il quotidian Daily Mail - che nessuno ha mai tentato di recuperare. Altri 90 milioni sono andati buttati al vento a causa di leggerezze effettuate dalle stesse autorità competenti. Tra il 2004 e il 2005 se ne sono andati in fumo così 150 milioni di sterline e altri 220 negli ultimi due anni. La situazione andava affrontata da tempo, ma i governi laburisti di Blair e Brown già in crisi hanno preferito sorvolare nel timore che una presa di posizione drastica si traducesse nell'ennesima perdita di voti. Soltanto ora il governo di coalizione di David Cameron promette di prendere il toro per le corna.
«Le cifre raccolte finora ci hanno mostrato chiaramente che sotto la guida laburista questo fenomeno è andato completamente fuori controllo» ha dichiarato il ministro per l'occupazione britannico Chris Grayling, annunciando una riforma globale del sistema che sarà del tutto operativa entro il 2013. Previsti test medici molto più accurati di quelli attuali in grado di certificare lo stato e il grado dell'invalidità dichiarata dal richiedente, ma anche verifiche periodiche destinate a valutare se nel tempo le condizioni che davano diritto ai benefit siano mutate. L'invalido «ballerino» ad esempio aveva realmente sofferto di una forma grave di artrite in passato, ma poi aveva subito un intervento che aveva risolto ogni suo problema. Solo che si era completamente dimenticato di avvertire lo Stato del lieto evento. Quando il responsabile dell'ufficio amministrativo per i benefit e le pensioni ha visto quel video girato in questo caso da un suo zelante dipendente che riprendeva mister Road mentre volteggiava su una pista da ballo, è quasi cascato dalla sedia. Eppure non avrebbe dovuto sconvolgersi troppo. Lo stesso Mail ha condotto una vera e propria campagna contro i falsi invalidi portando alla luce casi incredibili di persone che erano riuscite ad acquistare case e a mandare i figli a costossissime scuole private a spese del governo. O meglio, dei contribuenti onesti. Rimane da vedere se nella proposta di riforma dell'esecutivo Cameron verranno introdotti anche dei limiti di reddito.
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