Espedito

Pare sia stato un ufficiale romano, capo della XII Legione “Fulminata”. Venne martirizzato durante la persecuzione di Diocleziano, nel IV secolo. Dato il suo nome, è antichissima abitudine invocarlo per casi urgentissimi o disperati. Infatti, nella sua icona viene raffigurato in divisa militare mentre tiene in mano e mostra una croce con sopra scritto “hodie” (“oggi”, in latino); col piede calpesta un corvo che gracchia “cras” (che in latino vuol dire “domani”). Molteplici sono le letture di questa immagine. Una può essere la classica “non rimandare a domani quel che puoi fare oggi”. Un’altra: per il cristiano esiste l’oggi, e ogni giorno ha la sua croce; del resto, anche nel Vangelo il Cristo raccomanda di non preoccuparsi eccessivamente del futuro. A ben pensarci, il futuro non esiste e non esiste più neanche il passato. Forse per questo le utopie più sanguinarie hanno sempre sacrificato le generazioni a loro presenti in nome del famoso sol dell’avvenire o di un passato opportunamente mitizzato. Il cristiano, invece, si concentra sull’oggi, la cui croce (segno anche di speranza) basta e avanza.

Un’ultima notazione: il solito Voltaire irrideva i credenti sostenendo che questo santo non fosse mai esistito; secondo lui, sulla cassa delle sue reliquie stava scritto “expeditus” perché si trattava di una specie di pacco postale e l’ignoranza delle plebi fanatizzate dai preti avrebbe fatto il resto. Ma Voltaire irrideva anche i paleontologi che, trovando conchiglie fossili, dicevano che lì c’era una volta il mare; invece, per Voltaire, le avevano perse i pellegrini di Compostela.
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