Oltre 600 bambini hanno subito violenze da sacerdoti a partire dagli anni '30 del secolo scorso in Australia. Lo ha ammesso la chiesa cattolica dello Stato di Vittoria, in un rapporto presentato a una commissione parlamentare, ripreso dai media nazionali.
Secondo il documento, almeno 620 adolescenti sono stati vittime di abusi sessuali con una maggioranza di casi registrati tra gli anni '60 e '80. Sono state le stese gerarchie cattoliche locali a rivelarlo, nel corso di un'audizione parlamentare, precisando che gli abusi sono drasticamente diminuiti rispetto ai numeri «spaventosi» degli anni '70-'80.
L'arcivescovo di Melbourne, Denis Hart, in una nota diffusa alla stampa, parla di episodi «orribili» e «vergognosi», mentre le associazioni delle vittime sostengono che i giovani abusati potrebbe essere oltre 10.000. L'ammissione delle violenze, ha aggiunto Hart, «mostra come la chiesa di oggi sia impegnata a guardare in faccia la verità e a non mascherare, sminuire o evitare gli atti di coloro che hanno tradito una fiducia sacra».
Di tutt'altro parere i sostenitori delle vittime che, denunciando un numero maggiore di casi, hanno rinnovato la richiesta di un'inchiesta indipendente. «La chiesa non ha mai alzato un dito per fermare i suoi preti pedofili», ha commentato Chrissie Foster, madre di due figlie violentate da un parroco alla metà degli anni '80, di cui in seguito una morta suicida.
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