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Crisi, ora Atene licenzia pure gli olimpionici

La Troika impone tagli ai dipendenti pubblici. Tra loro anche gli atleti assunti dallo Stato per meriti sportivi

Crisi, ora Atene licenzia pure gli olimpionici

Con la crisi, si taglia dove si può. E nemmeno una medaglia alle Olimpiadi, che tanto lustro e prestigio ha portato al Paese, possono salvare dalle sforbiciate che la Grecia è stata costretta ad attuare per evitare di sprofondare. Così sono stati licenziati gli atleti che si erano conquistati un posto fisso nell'amministrazione pubblica grazie a meriti sportivi.

Lo ha annunciato il neo ministro delle Riforme, Kyriakos Mitsotakis, sottolineando come la legge 2725/99, che concedeva questo privilegio a 900 campioni tra cui molti ormai fuori dalle competizioni, sia finita nel mirino di Ue, Bce e Fmi. Ora quindi tutti gli sportivi, anche quelli olimpionici, saranno iscritti nelle liste di mobilità del pubblico impiego per 8 mesi e finiranno in cassa integrazione con uno stipendio ridotto dell'80%. Se non troveranno lavoro, resteranno senza stipendio. "Lavoreremo per far cambaire idea alla Troika", avrebbe detto Mitsotakis secondo il quotidiano ToVima. "Siamo contro i tagli al pubblico impiego in assoluto.

Ma i Campioni olimpici a maggior ragione sono dipendenti diversi dagli altri e questo è un modo di dividere gli atleti per far tacere le voci di dissenso", ha ribattuto la sinistra radicale di Syriza.

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