Dsk risorge: innocente e di nuovo in pista

Dsk risorge: innocente e di nuovo in pista

I paragoni son tutti buoni, scegliete quello che vi piace di più: l'incrociatore da battaglia colpito e affondato che torna incredibilmente a galleggiare; l'araba fenice che risorge dalle sue ceneri; il toro col groppone trafitto da dieci banderillas piegato su entrambe le ginocchia che a un certo punto si scuote di dosso quegli arpioni crudeli e rincorre il torero...
Scegliete quello che vi piace di più. Vengono tutti buoni, oggidì, per descrivere la stupefacente resurrezione politica di Dominique Strauss-Kahn, l'ex direttore del Fondo Monetario internazionale trascinato nella polvere dalla sua incontenibile passione per la gnocca. Prima lo scandalo esploso dopo l'accusa di violenza carnale (poi rivelatasi insussistente) perpetrata nei confronti di una cameriera di colore in un albergo di New York. Poi -in un terrificante «uno-due» da stendere un Carnera, un Tyson- il caso delle escort fornitegli fra Lille, capoluogo della regione Nord-Pas-de-Calais e Washington. Storia per la quale era stato accusato addirittura di stupro.
Ecco: la notizia, anche stavolta, è che non era vero niente; e cioè che sì, forse qualche cosetta con delle signorine di gamba svelta magari c'è stata. Ma di stupro, ha certificato ieri la Procura di Lille, archiviando l'inchiesta, neanche a parlarne.
Ma questa è solo la prima notizia. La seconda, alla quale nessuno nei giorni scorsi aveva dato retta, tanto pareva inverosimile, è che Dominique Strauss Kahn, il reprobo, il violentatore, il «mostro», è a un passo dal tornare sulla scena alla grande, addirittura nei panni dell'eroe in una «missione impossibile»: salvare la Grecia dal crac facendo da consulente speciale -una specie di Nembo Kid della Finanza- per la gestione dei rapporti tra Grecia e Fmi e i famelici creditori pubblici di Atene.
Sono solo voci, finora. Ma han l'aria d'essere di quelle voci che han più d'un fondamento (una visita lampo di tre giorni ad Atene e incontri discreti col premier Antonis Samaras).
Sicché eccoci al fiammeggiante paradosso. Un morto che cammina (politicamente parlando) che porge una flebo a una malata terminale, la Grecia. Se non ce la fa, pazienza. Nessuno lo accuserà di nulla. Ma se per avventura nella flebo riuscisse a metterci il ricostituente e le vitamine giuste, e Lazzaro dovesse affacciarsi sulla soglia del sepolcro, accennando magari un passo di samba: ebbene, per il monatto Strauss-Kahn sarebbe un trionfo, un «do di petto» come quelli della Callas al culmine della carriera: roba da far venire giù il teatro politico-mediatico mondiale. E noi della stampa, e i francesi che non gli han creduto (pochi, guidati da un Nicolas Sarkozy che è già stato punito abbastanza con la più solenne delle trombature); e gli americani, che gliel'avevano giurata, rivelando quell'imbarazzante complesso di inferiorità di cui soffrono nei confronti dei francesi, dovremmo scattare tutti quanti sull'attenti, e chiedere scusa.
E riconoscere che, a parte qualche intemperanza in camera da letto, e un eccesso di estri erotici -posto che sia un difetto: ma a sentire le donne pare sia vero il contrario, ultimamente, e cioè che la campana suona a morto, quanto a mascolinità, soprattutto fra i cosiddetti giovani- a parte qualche intemperanza, si diceva, bisognerà riconoscere che l'ex direttore del Fondo monetario è stato vittima di una sinistra congiunzione astrale (se non proprio di una congiura) che lo ha impallinato a morte prima come politico (ci sarebbe lui, oggi, al posto dell'esangue Hollande nel ruolo di presidente) e poi come uomo, visto che anche il suo matrimonio con l'ora direttrice dell'Huffington Post francese, Anne Sinclair, è andato a pallino.
Che Dsk sia in ogni caso determinato a tornare sul palcoscenico della grande finanza è certo. Qualche settimana fa era a Yalta, per proporre in un convegno una sua idea per la soluzione della crisi nella zona euro.

Mentre a Parigi ha messo in piedi una società di consulenza chic (la «Parnasse») per gestire le sue attività di conferenziere e proporsi come advisor a imprese ed enti pubblici «in ambito sociale, economico, immobiliare e politico». Insomma, come dicono anche a Parigi: a volte ritornano.

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