Il falso mito della Danimarca Auto blu e pensioni da miseria

La leggenda dura a morire di un popolo ricco che viaggia in bicicletta. E i politici somigliano ai nostri: ecologici nelle foto, poi usano la macchina

Il falso mito della Danimarca Auto blu e pensioni da miseria

«All'estero certe cose non succedono». «Solo in Italia vengono tollerate certe porcherie». «I nostri politici viaggiano in auto blu, gli altri in bicicletta». «Al Nord sì che rispettano l'ambiente, mica come noi italiani...». Forse è una contraddizione sostenere che «nessuno come noi italiani» è così scioccamente esterofilo e denigratore del proprio Paese. Ma in effetti sembra che in un'ipotetica classifica mondiale in materia siamo prossimi alla vetta.
Come chiunque sia abituato a tenere le orecchie aperte sui mezzi pubblici in Italia sa molto bene, uno dei luoghi comuni più duro a morire consiste nell'impietoso raffronto con i «virtuosi Paesi del Nord Europa»: quelli dello Stato che spende bene i soldi delle tasse, dove si inquina poco perché c'è una diffusa coscienza ecologista e via favoleggiando. Ah, le garanzie offerte dallo Stato svedese! Ah, la serietà della burocrazia norvegese! Ah, l'etica del lavoro che c'è in Finlandia! Ah, la superiore civiltà della Danimarca!
La Danimarca? Un momento. Siamo sicuri? Senza niente voler togliere a un Paese piccolo e civile che ha certamente molti meriti, dalle nostre parti circolano sui danesi informazioni (di solito lodi sperticate) non proprio esatte. Le ha riprese sulla rivista Geopolitica un articolo di Claudio Pellegatta, che lavora a Copenaghen presso un'agenzia internazionale di sviluppo commerciale. Lo spunto gliel'ha fornito qualche settimana fa un post apparso sul blog di Beppe Grillo, i cui principali concetti sono stati da lui più volte ripresi nei suoi tempestosi comizi. Peccato che si trattasse, in gran parte, di imprecisioni quando non di balle pure e semplici.
Cominciamo dal clima. La «gelida Danimarca» con punte invernali da Siberia con meno venti gradi in realtà va raramente sottozero grazie alla sua posizione geografica. La pianura padana sa essere più cruda in questo senso, anche se molti non lo immaginano neppure. Ulteriori leggende su fantomatici sistemi di riscaldamento danesi basati sullo sfruttamento delle acque reflue depurate delle fogne sono appunto leggende: in Danimarca il riscaldamento delle case viene alimentato con un mix di energia termoelettrica (i famigerati combustibili fossili!) e rinnovabile (eolica soprattutto). Il che porta a costi per l'utente comparabili con quelli italiani, quando non leggermente superiori, e a temperature identiche. Chissà su che base vi è invece chi sostiene che i fortunati danesi pagherebbero un decimo di quanto sborsiamo noi per scaldarci: così non è.
Passiamo a tasse e pensioni, componenti basilari del mito scandinavo. A differenza delle voci messe in circolazione, in Danimarca la pressione fiscale è più alta che in Italia, e non di poco. Pellegatta precisa che la tassazione sulla busta paga va dal 35% fino al 51%, in relazione al reddito del lavoratore. Nel 2012, la pressione fiscale escluse le imposte in conto capitale risultava in Danimarca del 49% contro un 43,9% in Italia. Quanto alle decantate pensioni danesi, quella sociale equivale a meno di 800 euro lordi mensili, una miseria ricordando che il costo della vita lassù è ben più alto del nostro. Si racconta inoltre della possibilità di ottenere a richiesta la liquidazione di quanto versato al fisco per la pensione, ma questo è vero solo per le pensioni private: e la trattenuta - salatissima - è del 60 per cento. Un'altra invenzione riguarda la presunta assenza del sostituto d'imposta, per cui i lavoratori dipendenti danesi riceverebbero - unici in Europa - il salario lordo per poi pagare le tasse in autonomia grazie a una semplicissima (ça va sans dire) dichiarazione dei redditi: sarebbe bello (forse), ma è una favola.
Capitolo salari, altro classico dell'immortale filone «l'erba del vicino è sempre più verde». In Danimarca, descritta come esempio di equità sociale, gli operai guadagnerebbero in media 2500 euro netti al mese, mentre i direttori di banca non supererebbero i 7000. Storie: se è vero che esiste ovviamente una forbice salariale in base alle mansioni e all'anzianità degli operai, i 2500 euro lordi rimangono comunque una scandinava fenice (senza dimenticare che nel felice Paese del Nord la tredicesima e la quattordicesima non sanno nemmeno cosa siano); quanto ai dirigenti di banca, con grande scorno degli ammiratori del livellamento salariale, guadagnano in Danimarca ben più di 7000 euro mensili.
Infine la leggenda più danese di tutte: la bicicletta per tutti. È un fatto, va premesso, che Copenaghen è una città di ciclisti. Ma il traffico automobilistico rimane intenso, mentre credere che la gente viaggi in bici coprendo decine di chilometri per spostarsi nelle campagne è ingenuo assai.

Anche perché l'ecologico treno costa più che da noi e in mancanza dell'esecrato Tav conviene spostarsi in auto. Lo fanno anche i ministri, che sono uguali ai nostri: si fanno fotografare in bici, ma l'auto blu ce l'hanno e la usano. Eccome.

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