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La gauche copia Sarkozy «Via gli islamici pericolosi»

Il ministro degli Interni Valls promette di espellere che non esisterà a espellere chi si proclama musulmano e non rispetta leggi e valori della Repubblica

Al fianco il ministro per gli Affari islamici del Marocco Ahmed Toufiq, il ministro degli Interni francese Manuel Valls
Al fianco il ministro per gli Affari islamici del Marocco Ahmed Toufiq, il ministro degli Interni francese Manuel Valls

ParigiAlle accuse di immobilità, rivolte dalla stampa al governo francese, ieri ha pensato Manuel Valls. Il ministro dell'Interno ha raccolto l'invito dei dirigenti della moschea di Strasburgo, la sala di preghiera più grande di Francia: 1.900 metri quadrati inaugurati ieri dopo diciannove anni dall'ideazione e otto dalla prima pietra. Valls ha chiarito davanti allo stato maggiore dell'islam francese che non esiterà a «far espellere chi si dichiara musulmano e rappresenti una grave minaccia all'ordine pubblico».
Come se fosse semplice, o normale, affrontare il nodo della Mezzaluna islamica in Francia, dove le autorità non sono ad esempio intervenute di fronte alle preghiere in strada. Lui è stato lapidario: «Per essere francese o vivere in Francia non c'è nessun bisogno di rinunciare a praticare la fede e nessuno chiede di rinnegare le proprie origini». Ma chi non rispetta le «leggi» e i «valori» della Repubblica sarà allontanato. Si è invece registrata un'assenza sospetta, fra le file del Ps. Quella del premier Jean-Marc Ayrault. François Hollande aveva assicurato che il primo ministro sarebbe stato presente all'inaugurazione di Strasburgo. All'ultimo minuto, Ayrault ha dato forfait. Motivi di agenda, fanno sapere dal governo. Ma cresce il sospetto che non siano tutti d'accordo con la linea Valls. Piuttosto concreta, se non dura.
Da sempre considerato l'ala destra dei socialisti, su di lui pesano già le accuse di Libération: quelle di essere più sarkozista di Sarkozy. Sui recenti sgomberi di decine di campi rom, il ministro non ha avuto esitazione, e nel Ps avevano già storto il naso. L'assenza di Ayrault evidenzia un mancato sostegno alle sue idee?
Eppure, il ministro che pochi sembrano amare nel partito, sembra aver conquistato la fiducia dei musulmani. Ieri non c'erano solo quelli di Strasburgo. Era presente il presidente del Consiglio francese del culto musulmano, Mohammed Moussaoui. Insieme con i rappresentanti delle altre religioni ha ascoltato il ministro senza scomporsi. Valls era già stato l'interfaccia tra l'islam e la politica dopo le vignette pubblicate da Charlie Hebdo. Aveva ricevuto i rappresentanti della comunità musulmana e trovato una linea comune di difesa della libertà d'espressione e della laicità tra le diverse sigle. Più timido, nel trattare l'attualità legata all'islam, è stato il resto del governo. Cauto e silente Hollande. E i sondaggi non l'hanno premiato.
Valls è sempre stato schietto nel partito e non ha cambiato modi con gli islamici. È uno dei pochi ministri a non aver perso punti nel gradimento generale. Forse perché istintivo. Dopo la strage di Tolosa si è precipitato in città per tranquillizzare le persone, facendo sentire la presenza dello Stato senza promettere nulla di irrealizzabile. Semplice solidarietà. Il 2 agosto ha visitato la moschea di Montauban - dove Mohamed Merah uccise due parà - nel frattempo profanata con due teste di maiale. Solidarietà anche a Limoges, dopo il vandalismo contro il centro islamico. Ma severità in caso di necessità.
La moschea di Strasburgo oggi aprirà ufficialmente le porte. Valls ha chiarito la «sua» linea: libertà di culto per i musulmani, ma obbligo di intervento del governo, che non si sottrarrà alle proprie responsabilità in materia di controllo dei luoghi di culto. Ha infatti richiamato la comunità islamica al «vero problema» delle moschee. Quello dei finanziamenti e dell'istruzione degli imam. D'altronde, la moschea è costata 10 milioni e mezzo di euro, pagati per il 37% dal governo marocchino, per il 13 da Arabia Saudita e Kuwait e il resto dalle «collette» della comunità islamica e grazie al contributo dei collettivi regionali. Qualche messaggio oltranzista potrebbe sempre circolare.

Anche per questo si guarda con favore al primo corso di formazione per imam presso un'istituzione francese: all'interno della stessa università si Strasburgo sarà attivato a giorni.

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