Ginevra2, Damasco chiede serietà e minaccia di abbandonare i colloqui

Gli emissari potrebbero ritirarsi dal tavolo del negoziato sulla Siria. Annullato l'incontro previstro tra ribelli ed emissari di Assad

Il ministro degli Esteri Walid al-Moualem arriva a Ginevra
Il ministro degli Esteri Walid al-Moualem arriva a Ginevra

Il terzo giorno di Ginevra2, la nuova conferenza di pace per la Siria, è iniziata con la notizia di un rinvio. Non si terrà oggi l'atteso incontro tra la delegazione che rappresenta il regime di Bashar al-Assad e quella dell'opposizione in armi.

Le posizioni sostenute dalle due parti sono ancora antitetiche. Damasco non accetta l'idea di un governo di transizione, che porti il Paese fuori dall'era Assad, così come i ribelli sono contrari ad accettare un accordo che non preveda la sua deposizione, che il vice-ministro degli Esteri siriano, Faysal Miqdad, ha definito "fuori discussione".

I governativi sostengono anche - un'affermazione peraltro non falsa - che il Consiglio nazionale siriano, lo schieramento filo-occidentale dell'opposizione, non ha una grande influenza sulle fazioni in armi. Javad Zarif, ministro degli Esteri dell'Iran, che sostiene Damasco, ha aggiunto che "i combattenti stranieri devono lasciare la Siria" perché il conflitto possa risolversi. Un riferimento alle centinaia di uomini che combattono nelle fila delle fazioni ribelli vicine ad al-Qaeda.

Alle undici Lakhdar Brahimi, l'inviato speciale per la Siria di Nazioni Unite e Lega araba, ha visto la delegazione governativa.

Questo pomeriggio si incontrerà con l'opposizione, per poi tirare le somme della giornata in una conferenza stampa. Due meeting separati, criticati dalla delegazione di Assad, che ha chiesto "sessioni di lavoro serie" entro domani, minacciando di abbandonare i colloqui.

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