"Golpe a Tripoli", ma è solo il proclama di un generale isolato

Khalifa Heftar annuncia di avere il controllo della capitale. Il premier Zeidan: tutto falso

Sembrava un golpe, ma era una farsa. O meglio un proclama senza contenuti. Incomincia tutto verso le 10 di ieri mattina quando il generale in pensione Khalifa Heftar annuncia dagli schermi dell'emittente saudita Al Arabiya di avere il controllo della capitale e di aver «congelato» sia i poteri del Consiglio Nazionale, l'embrione di Parlamento eletto nel luglio 2012, sia quelli dell'esecutivo di Alì Zeidan. Un'ora dopo, il proclama si rivela una pacchiana boutade. La popolazione di Tripoli, scesa nelle strade, si ritrova immersa nel classico sonnecchioso deserto di ogni venerdì festivo. Dai palazzi governativi parte invece l'immediata scomunica. Il premier Alì Zeidan liquida come prive di fondamento le dichiarazioni del generale. Il ministro della Difesa Abdullah Al Thini promette di arrestarlo. Subito dopo sia le potenti milizie di Zintan, sia i gruppi politici e militari vicini all'Alleanza delle Forze Nazionali, il partito politico guidato da Mahmoud Jibril vincitore delle elezioni del 2012, scaricano Heftar.

Sul fronte opposto neppure gli islamisti del Partito della Ricostruzione e della Giustizia e le potenti milizie di Misurata sembrano ansiosi di appoggiare il presunto colpo di mano. E Khalifa Heftar, vecchio compare di Gheddafi trasformatosi prima in solitario oppositore in esilio e poi in rivoluzionario senza troppo seguito, si ritrova ancora una volta solo e isolato.

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