La prima che invita a «sdrammatizzare» è la direttrice di Closer, il settimanale di gossip che ieri ha lanciato la «bomba» in Francia: le immagini del capo dello Stato François Hollande che come un ragazzino, casco in testa, «intorno al primo dell'anno» raggiunge in scooter il pied-à-terre di Julie Gayet, quarantunenne attrice di fama e bellezza charmante. Il presidente esce il mattino seguente dall'abitazione a un passo dall'Eliseo, nell'ottavo arrondissement, «dove ha preso l'abitudine di trascorrere la notte», solo dopo che un'unica guardia del corpo chiamata a «proteggere il segreto di questi incontri» ha portato i croissant.
«È un presidente normale, una persona normale. È un presidente che ha un colpo di fulmine e una storia», dice Laurence Pieau, regina del pettegolezzo talmente avvezza al gossip da derubricare anche le corna dell'Eliseo a fatto ordinario, finendo involontariamente per ridicolizzare quella «normalità» che è da sempre il vanto di Hollande ed è stata la sua carta vincente nella campagna elettorale per le presidenziali. Ma ieri a Parigi, dopo lo scoop del magazine di casa Mondadori - un servizio che segna la rottura definitiva del tabù lungo decenni sulle relazioni extraconiugali dei capi di Stato francesi - il clima era tutt'altro che normale. La politica si è stretta attorno al presidente che ieri ha detto di «deplorare profondamente» il pregiudizio arrecato «al rispetto della vita privata» al quale ha diritto «come ogni altro cittadino» e ha annunciato che «esaminerà le conseguenze, anche legali, da trarre». La battaglia contro il settimanale che nel settembre scorso pubblicò le foto di Kate Middleton in topless sembra solo all'inizio. Intanto dal sito del giornale, su richiesta dei legali dell'attrice, le immagini compromettenti - dove tuttavia Julie e il presidente non si vedono mai insieme - sono state rimosse. Eppure - ci tiene a precisare la direttrice Pieau - «non abbiamo avuto alcun contatto con l'Eliseo» e a differenza di quando nel 2012 il settimanale pubblicò le immagini in costume di Hollande e dell'attuale compagna Valérie Trierweiler durante le vacanze in Costa Azzurra, prendendone in giro l'adiposa «normalità», questa volta - almeno finora - il presidente non ha chiesto il ritiro del magazine dalle edicole, probabilmente per non passare per il censore, ma forse anche per non creare altro rumore e non dare l'impressione di spendere troppe energie per una vicenda che pure in queste ore inquieta l'Eliseo più della crisi economica e della mancata ripresa che ha già affossato Hollande nei sondaggi.
L'obiettivo sembra per ora quello di limitare al massimo i danni, cercando di non confondere il piano privato con quello pubblico. A dare una mano al presidente sono arrivati non solo il premier e i suoi ministri ma anche Marine Le Pen che si è detta «per il rispetto della vita privata di tutti», salvo poi puntualizzare che il privato «non deve costare un centesimo ai contribuenti» e sempre che «l'amante del presidente non sia mantenuta con denaro pubblico». Ma i timori che la conferenza stampa di martedì prossimo, in cui Hollande intende rilanciare la sua immagine compromessa dai dati neri sull'occupazione, possa trasformarsi in un processo alle abitudini sessuali del presidente diventa ora qualcosa più di un probabile incubo.
Se è vero che i francesi ci tengono a distinguere fra pubblico e privato e potrebbero infischiarsene della relazione di Hollande - come è convinto Frédéric Dabi, il direttore di Ifop, primo istituto di sondaggi di Francia - la vicenda potrebbe diventare politica se si guarda a due questioni: la sicurezza della presidenza nelle ore «libere» del capo dello Stato e il ruolo che a questo punto riveste Valérie Trierweiler, giornalista e compagna ufficiale del capo dello Stato dopo che la loro relazione clandestina è diventata ufficiale nel 2010 (andava avanti dal 2006 quando Hollande era unito ufficialmente all'allora candidata presidenziale dei socialisti Ségolène Royal, da cui ha avuto quattro figli).
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