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Israele, 100 morti a Gaza Colpito il media center: quattro morti

Il numero delle vittime del conflitto tra Gaza e Israele sale a oltre cento. Strike di Tel Aviv uccide leader jihadista. Smantellati razzi pronti a sparare dal Libano. Tregua in serata?

Soldati israeliani vicino a un'unità di artiglieria fuori Gaza
Soldati israeliani vicino a un'unità di artiglieria fuori Gaza
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Continua a crescere il numero delle vittime del conflitto che contrappone Israele e la Striscia di Gaza, in quella che Tel Aviv ha rinominato Operazione Pillar of Defense, ovvero Pilastro di difesa.

Secondo il ministero della Salute palestinese il numero delle vittime sarebbe arrivato oggi almeno a cento. Un blog si spinge oltre e pubblica nomi ed età di tutti i morti degli ultimi giorni. Difficile confermarne l'identità. Intanto, secondo una radio israeliana, una tregua potrebbe essere decisa in serata.

Nuovo attacco al media center

Un attacco israeliano ha raggiunto di nuovo, dopo un primo strike di ieri, uno dei media center di Gaza. Le vittime sarebbero almeno quattro, numerosi i feriti. al-Jazeera scrive che al momento è difficile dire se l'attacco sia stato condotto per via aerea o da una nave. Nell'edificio, dove si trovano diverse redazioni straniere, si trovava anche Ramez Harb, leader delle brigate al Quds, braccio armato della Jihad islamica. L'uomo è rimasto ucciso.

Il Jerusalem Post, che cita una fonte dell'aeronautica, scrive che nell'attacco sarebbe rimasti uccisi anche Tysser Abu al Ata, esponente di spicco della stessa formazione, Banu Abu el Alta, comandante della formazione a Gaza, e Halil Bahatini, impegnato nel programma di sviluppo di razzi a lungo raggio.

In cerca di una tregua

L'uccisione del leader della Jihad arriva nel giorno in cui si cerca una mediazione tra le due parti in lotta. Diverse le condizioni poste da Israele. Altrettante le richieste di Hamas. Mentre i palestinesi vogliono la fine dell'embargo e uno stop agli omicidi mirati, come quello che ha ucciso Ahmed Jabari, capo delle brigate al-Qassam, alcuni giorni fa. Dall'altro lato della barricata, Tel Aviv chiede uno stop al lancio di razzi sui territori e una tregua garantita - ma solo per Gaza - anche dall'Egitto di Morsi. Utile ricordare che la Fratellanza Musulmana che ha fatto eleggere il nuovo presidente al Cairo è "sorella" di Hamas, costola appunto dei Fratelli in Palestina.

Durante la giornata si sono rincorse le dichiarazioni. Hamas sottolinea che la tregua - a suo dire - è stata chiesta dal premier Netanyahu. Israele nega la verità dell'affermazione. Il leader della formazione, Khaled Mashaal, dal Cairo, non ha rinunciato a dire che Israele "è rimasto stupito dai mezzi messi in campo da Hamas".

In serata il sito in arabo della radio Voce di Israele ha evidenziato che in serata si riuniranno il premier israeliano Netanyahu, il ministro della Difesa, Ehud Barak e quello degli Esteri, Avigodr Lieberman. L'emittente cita fonti interne all'esecutivo dello Stato ebraico, spiegando che si esaminerà "la richiesta di Hamas di alleggerire l'assedio". Se si troverà un accordo "il governo israeliano chiederà un cessate il fuoco per uno o due giorni", per "esaminare le altre richieste".

Razzi smantellati in Libano

Nel pomeriggio due esperti dell'esercito di Beirut hanno smantellato due razzi Katyusha pronti per essere sparati contro Israele dal territorio libanese, ritrovati vicino al villaggio di Halta, a quattro chilometri dal confine. Il territorio è considerato una roccaforte del movimento militante Hezbollah.

Gilad Sharon: "Radere al suolo Gaza"

Il clima tesissimo che si respira ancora, nonostante il tentativo di cercare un cessate il fuoco, è ben esemplificato da un commento pubblicato questa mattina sul Jerusalem Post da Gilad Sharon, figlio dell'ex premier.

"Perché dovremmo vivere sotto il tiro dei razzi da Gaza?", si chiede, aggiungendo che i palestinesi non sono giustificati. E che "gli americani non si fermarono dopo Hiroshima - i giapponesi non si volevano arrendere in fretta. E così colpirono Nagasaki". Chiaro il messaggio.

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