Londra si fa bocciare all'esame di maturità per fuggire dall'Europa

Londra si fa bocciare all'esame di maturità per fuggire dall'Europa

LondraAllinearsi al resto d'Europa sarebbe, forse, eccessivo. Anche per quanto riguarda l'esame di maturità. In Inghilterra la storica riforma della scuola naufraga ancor prima di nascere e per l'ennesima volta il Regno Unito snobba le regole più o meno simili della Comunità Europea. Ieri, un avvilito ministro dell'Istruzione, è stato costretto ad annunciare alla Camera dei Comuni un clamoroso dietrofront su quello che era considerato il cardine della sua proposta di riforma ovvero il passaggio dall'attuale Gcse, il certificato generale di scuola secondaria all'Ebc, al Baccalaureato inglese, molto più simile agli esami di maturità già conosciuti con questo nome in altri Stati dell'Unione come la Francia.
Michael Gove, che solo qualche mese fa aveva preannunciato il grande cambiamento sparando a zero sull'inadeguatezza del sistema di certificazioni in vigore e sottolineando la necessità di una riforma in profondità dell'intero sistema scolastico a partire dalle sue fondamenta, ha invece dovuto chinare il capo di fronte all'alzata di scudi degli alleati di coalizione Liberaldemocratici e del sindacato degli insegnanti.
Se quella che l'opposizione laburista ha già definito come «un'umiliante caduta» sia poi stata uno dei prezzi da pagare da parte conservatrice al partito di Nick Clegg per garantirsi un appoggio in vista della prossima tornata elettorale, si vedrà magari più chiaramente in seguito. È certo però che il ministro del rigore e della severità ha dovuto rinunciare al cavallo di battaglia di una riforma che si preannunciava epocale e che invece si ridurrà a qualche timida limatura.
Il piano originale prevedeva esami del tutto differenti, con corsi biennali a partire dal 2015, una commissione d'esame esterna unica per ognuno dei soggetti scelti (all'inizio sarebbero stati Inglese, Matematica e Storia, in seguito anche le altre materie) anzichè le attuali commissioni multiple a cui si affidano le numerose scuole del Paese. Abbandonata questa versione, Il ministro si dovrà accontentare di una revisione annacquata del caro vecchio Gcse. Baccalaureato addio, per ora lasciamolo ai cugini d'Oltremanica.
Un'inversione di tendenza difficile da giustificare. «In settembre avevamo presentato delle proposte di cambiamento al Gcse destinate soprattutto ad aumentarne il grado di rigore - ha spiegato in sintesi Gove - dopo una consultazione tutti conveniamo che il sistema necessita di queste riforme. Ma quella che avevo presentato era eccessiva».
Nel dettaglio il ministro si riferiva al passaggio da più commissioni esterne ad una soltanto in modo da eliminare quella «corsa al ribasso» che si verifica oggi nel Paese dove la commissione d'esame che lavora di più è quella meno severa e più incline ad offrire votazioni migliori. Qualche settimana fa una commissione parlamentare dell'istruzione aveva definito le modifiche volute dal ministro «troppe e troppo veloci».
Poi erano arrivate le critiche di presidi ed insegnanti.

La ferma ostilità dei Liberaldemocratici all'intero piano - che secondo loro rischiava di creare un sistema a due classi dannoso per gli studenti non particolarmente brillanti nelle materie accademiche - aveva fatto il resto. In tutto questo dibattito nessuno sembra aver fatto caso che ancora una volta il governo di Sua Maestà ha scelto di proseguire secondo una velocità diversa da quella del resto d'Europa.

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