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La maestrina Merkel sistema il pupillo

Nei guai per il conflitto di interessi: l'ex capo di Gabinetto nel cda delle ferrovie tedesche

La maestrina Merkel sistema il pupillo

Era stata forse l'unica vera sorpresa, al momento della formazione del governo di Große Koalition tre settimane fa: la «retrocessione» di Ronald Pofalla da fidato capo di gabinetto di Angela Merkel a deputato semplice. Uno sgarbo immeritato visto che Herr Pofalla si era molto speso la scorsa estate quando esplose lo scandalo delle intercettazioni dei servizi Usa ai danni del telefonino della Cancelliera. Con l'anno nuovo il mistero è risolto perché all'avvocato Pofalla è riservata una posizione di tutto rispetto. Quella cioè di componente del consiglio di amministrazione di Deutsche Bahn (DB), le ferrovie tedesche. Un benservito su un piatto d'argento visto che i membri di quel cda sono pagati fra 1,3 e 1,8 milioni di euro l'anno. Ma la stampa tedesca si è scatenata. È mai possibile, si legge sui giornali progressisti e conservatori, che l'ex capo della cancelleria federale vada a fare il lobbista a peso d'oro? Che l'ex confidente del capo del governo, sottolinea l'emittente Deutsche Welle, assuma proprio l'incarico di «mantenere buone relazioni con la leadership politica nazionale» e di farlo per di più per una grande società a controllo pubblico? Il destino di Pofalla non piace neppure all'opposizione (Verdi e Die Linke) che ha parlato di «porte girevoli» sottolineando la viscosità della nomina. Tanto più che l'esponente in pectore del cda di Deutsche Bahn non avrebbe alcuna intenzione di dimettersi dalla carica di deputato della Cdu, il partito della cancelliera.

Le critiche sul futuro dell'ex confidente di Frau Merkel hanno investito l'esecutivo, la cui risposta ha stupito per inconsistenza: «Herr Pofalla non è un esponente del governo federale bensì del Bundestag e quello che lui farà o non farà non è di competenza del governo federale». Come se il governo non controllasse Deutsche Bahn o come se Herr Pofalla nella sua veste di capo di gabinetto di Angela Merkel non avesse mai ricevuto l'ad delle ferrovie Rüdiger Grube. La nomina di Pofalla getterebbe un'ombra sui passati incontri fra i due uomini anche perché, scrive Die Stern, «era da tanto tempo che l'avvocato puntava a quella posizione». Eppure in una società complessa come quella tedesca, argomenta la Frankfurter Allgemeine, lo scambio di manager fra i settori pubblico e privato non è solo utile ma addirittura «auspicabile».

La questione va allora risolta con più regole, con lo stesso strumento, cioè, che la Germania impone ai partner europei quando si tratta di finanza pubblica. Christian Humborg di Transparency International (Ong anti-corruzione) ha chiesto che nel caso di conflitto di interessi o sovrapposizione di competenze passino tre anni fra un incarico e quello successivo. Una regola forse sconosciuta nella Repubblica federale dove l'ex Cancelliere socialdemocratico Gerhard Schröder è diventato capo del gasdotto Nord Stream (controllato dal colosso statale russo Gazprom) all'indomani della sconfitta elettorale del 2005.

Il che spiega la posizione defilata della Spd.

Ma la storia si ripete sempre: lo scorso settembre uno dei vice di Pofalla, il sottosegretario Eckart von Klaeden (Cdu), ha annunciato, bontà sua, di non ricandidarsi al Bundestag per diventare capo delle Relazioni politiche - ovvero capo dei lobbisti - del costruttore di auto Daimler.

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