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Marò, convocato alla Farnesina l'ambasciatore indiano a Roma

Il governo ha ribadito l'importanza di trovare una soluzione rapida per il caso di Latorre e Girone

Marò, convocato alla Farnesina l'ambasciatore indiano a Roma

I due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono ancora in India, in attesa di una sentenza che difficilmente arriverà prima che la corte chiuda per le vacanze natalizie. Uno scandalo che grida vendetta e per il quale il governo si sta muovendo troppo poco. L'ambasciatore Michele Valensise, segretario generale della Farnesina, su istruzioni del ministro degli Esteri, ha convocato oggi l'ambasciatore indiano a Roma, Debabrata Saha, per discutere della situazione.

Un comunicato del ministero sottolinea che il governo italiano ha sollecitato il capo missione indiano per velocizzare i tempi della sentenza che si attende dalla Corte Suprema di New Delhi sui due fucilieri della Marina italiana. A oltre tre mesi dalla conclusione del dibattimento in Aula, si sta ancora aspettando una decisione che ancora non arriva.

La posizione ribadita ancora dalla Farnesina a Saha è quella che si basa sulla giurisdizione dello Stato di bandiera in alto mare e sull'immunità garantita agli organi dello Stato. La preoccupazione della Farnesina è che una sentenza che non riconosca la giurisdizione statale porti a conseguenze negative anche nell'impegno internazionale contro la pirateria.

Già in ottobre il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, aveva preso contatti con il suo omologo in India, Khurshid, per provare a trovare una soluzione rapida e positiva per l'Italia del caso in cui sono implicati Latorre e Girone.

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