Il missionario ex avvocato Morte con giallo in Etiopia

È morto in Etiopia, in circostanze misteriose, Marco Bellotto, 47 anni, avvocato e scrittore italiano da alcuni anni trasferitosi ad Addis Abeba. È quanto si apprende dalla Farnesina, che sta seguendo la vicenda. Non appena saranno espletate le formalità burocratiche sarà possibile il rimpatrio della salma, probabilmente a Padova, città dove era nato.
Bellotto, ex avvocato penalista - nel 1991 aveva anche girato il documentario «Come salvarsi la vita» per il Progetto Giovani del comune di Padova- era diventato un noto autore di thriller: scrisse tra l'altro «Il diritto di non rispondere», finalista al Premio Calvino. In Africa dal 2002 aveva avviato una impresa di produzione di caffè seguendo i principi dell'economia solidale. Dal '93 il giovane aveva cominciato a distinguersi nelle aule giudiziarie come avvocato penalista. Sino a quando nel 2000, dopo una crisi professionale, aveva deciso di congedarsi dalla toga, per affrontare un'esperienza di volontariato in Ghana, e lavorare in una missione dei padri comboniani. Da qualche anno i progetti per gli ultimi lo avevano visto protagonista, in Etiopia di un'importante operazione finalizzata all'acquisto di una piantagione di caffè con cui promuovere l'emancipazione economica degli abitanti di un villaggio locale. Uno slancio di generosità che rende ancor più incredula una cosi tragica fine.
Brutta avventura, invece, in Brasile, per una cooperante italiana. La ragazza di 23 anni, ha subito un tentativo di stupro da parte di un minorenne a cui prestava assistenza a Casa do Menor Sao Miguel Arcanjo, alla periferia di Rio de Janeiro.

Da tre anni in Brasile prestava servizio civile presso la Casa do Menor, diretta da quasi 30 anni da padre Renato Chiera, un centro che si occupa di bambini abbandonati. La giovane è stata colpita con una pietra alla testa dal maniaco. Ora è ricoverata in ospedale ma le sue condizioni non sarebbero gravi.

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