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"Ora referendum". In quarantamila scendono in piazza

A poche ore dall'abdicazione, in Spagna si raccolgono le firme per il referendum repubblicano

A poche ore dall'annuncio dell'abdicazione di Juan Carlos erano già 37mila le firme raccolte per un referendum repubblicano. La scelta del re offre una sponda al partito trasversale dei repubblicani. Nona caso Mariano Rajoy, che ieri per la prima volta da quando è capo del governo ha messo in agenda una dichiarazione istituzionale urgente - nel salòn de Tapices, la sala più istituzionale della Moncloa - ha auspicato una proclamazione di Felipe «in tempi brevi, in un clima sereno e con tranquillità». Scrivere la nuova pagina della storia della monarchia potrebbe non essere così facile. Su twitter, dopo l'hashtag #ElReyAbdica, si sono diffusi #AporlaTercerarepubblica e #referendumya. Alle 20 di ieri in molte città si sono dati appuntamento in piazza per esprimere il proprio appoggio alla svolta repubblicana, a cominciare da Puerta del Sol a Madrid, dove già il 14 aprile c'era stato un raduno simile. Il processo successorio è complesso: oggi ci sarà un consiglio dei ministri straordinario, per approvare una ley organica che dia efficacia alla decisione del re, come prevede l'articolo 57.5 della Costituzione spagnola. Approvata la legge dal Governo, il testo dovrà ricevere la maggioranza assoluta dei voti al Congreso e al Senado. A cavalcare l'onda repubblicana sono soprattutto Izquierda Unida e Podemos - la rivelazione politica delle elezioni europee del 25 maggio scorso -, i primi a lanciare a gran voce la richiesta di referendum. «E' il momento di un cambiamento democratico, per noi già il voto del 25 maggio rivelava la putrefazione del regime del '78.

Questo annuncio accelera la decomposizione», ha detto il leader di Podemos Pablo Iglesias.
Twitter @giulianadevivo

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