LondraProseguire sulla strada scelta, tagliando ancora la spesa, favorendo l'imprenditoria, lasciando immutate le tasse. La politica delle lacrime e sangue voluta da Cameron per uscire dalla recessione sta funzionando e il Premier conservatore la ripropone nel suo discorso di chiusura del Congresso Annuale. In cinquanta minuti un leader risoluto ha promesso di trasformare la Gran Bretagna nel Paese delle opportunità e della speranza, spazzando via per sempre la terra della disperazione che aveva lasciato il Labour. La strada è ancora lunga, Cameron non lo nasconde e il deficit è ben lungi dall'essere stato colmato, ma le scelte fatte finora sono quelle giuste, checchè ne dicano i suoi avversari. E preannuncia nuovi aiuti alle imprese e ulteriori manovre di assestamento nel sistema del welfare per riportare in carreggiata l'economia nazionale. Non ha paura Cameron, di sostenere che «profitto, tagli delle tasse e imprenditoria non sono parole sporche o elitarie» e che «se il programma del Labour per risolvere la crisi è attaccare le imprese, il nostro è favorirle». Sul fronte del lavoro poi il premier è stato molto chiaro: «Pensate ai vostri ragazzi - ha detto - il vostro sogno è lasciarli al loro destino, senza la possibilità di trovare un lavoro, un sistema di reclutamento, nulla di nulla? No, voi li spronate e li guidate a trovare la loro strada e così faremo noi». Quello che i Tories vogliono vedere sono i giovani al di sotto dei 25 anni che studiano o guadagnano. Obiettivo ambizioso in un'Inghilterra che ha sofferto comunque di una forte recessione e che appena ora fa rilevare qualche timido segnale di ripresa. La crisi morde ancora e aziende e negozi continuano a chiudere, ma la novità è che al loro posto inziano a ad aprirne altri, vi è insomma un certo ricambio che offre una prospettiva più ottimista che in passato. Merito anche di alcune politiche estremamente criticate, ma in cui Cameron continua a credere come la riforma del sistema sociale e assistenziale. Una riforma che ha evidenziato l'autorità del cancelliere George Osborne, divenuto suo malgrado una figura di spicco del partito. Dopo aver tagliato drasticamente i benefit assistenziali, Osborne non solo non è tornato indietro quando lo scontro si è fatto durissimo anche all'interno della coalizione, ma per il futuro ha promesso altre misure. Ma il Cancelliere non è l'unica figura di spicco ad aver brillato in questo Congresso. Anche Theresa May, ministro degli Interni ha avuto il suo quarto d'ora di gloria con un discorso durissimo nel quale ha annunciato che il governo farà di tutto per deportare più criminali possibili anche se questo dovesse significare andare contro la Corte per la difesa dei Diritti Umani. Troppe volte infatti la Gran Bretagna si è vista rifiutare l'estadizione di terroristi in nome della legge a tutela dei Diritti Umani. Ma la May non intende stare più al gioco e annuncia «prima procederemo all'estradizione di questa gente, poi ascolteremo i loro appelli contro la nostra decisione».
Infine, con una frase che lascia intravedere il difficile equilibrio all'interno della coalizione Cameron ha annunciato che alle prossime elezioni i Conservatori correranno nuovamente per governare da soli, non in tandem. Sarà invece il benvenuto, in futuro, l'attuale sindaco di Londra Boris Johnson che molti vedono e vorrebbero possibile rimpiazzo di Cameron.
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